Andrea Segre (Regista) – Matteo Calore (Direttore della Fotografia) – I sogni del lago salato.
“I sogni del lago salato” è un film documentario che racconta il boom economico del Kazakistan, una terra di confine, che da alcuni anni corre veloce verso il futuro, trainata dal petrolio, dal gas, dalle speranze. La modernità è un sogno a portata di mano e Andrea Segre lo racconta facendo un parallelismo con quello che è successo in Italia negli Anni 60.
Il film ha ottenuto il sostegno co-produttivo di Rai Cinema, la preziosa collaborazione di Jolefilm, di MACT Production, di Internazionale e dell’Archivio storico ENI, oltre alla partecipazione di Montura Editing fin dalle prime fasi del progetto. La distribuzione in Italia è affidata all’associazione Zalab, di cui Andrea Segre è socio fondatore.
I SOGNI DEL LAGO SALATO : Il Kazakistan oggi vive l’euforia dello sviluppo che l’Italia non ricorda nemmeno più. Eppure la sua crescita è legata a doppio filo con l’economia italiana. La crescita dell’economia kazaka, pari al 6% annuo (un tasso che l’Italia ha avuto solo negli anni ‘60), è basata in gran parte sull’estrazione di petrolio e gas. L’ENI ha un ruolo chiave nella gestione dei giacimenti kazaki e molti sono gli italiani che lavorano in Kazakistan, in particolare nelle regioni intorno al Mar Caspio, dove è stato girato questo film. Le immagini delle grandi steppe euroasiatiche, degli spazi infiniti e ordinati delle terre post- sovietiche si intrecciano nel film e nella mente dell’autore con le immagini dell’Italia anni ‘60, trovate sia negli archivi ENI che in quelli personali girati dalla madre e dal padre di Andrea Segre, che negli anni ’60, ventenni, hanno vissuto l’euforia della crescita. Viaggiando tra Aktau e Astana, tra le steppe petrolifere a ridosso del Mar Caspio e l’iper-modernità della neo capitale, il film si ferma ad ascoltare le vite e i sogni di vecchi contadini o pastori e di giovani donne le cui vite sono rivoluzionate dall’impatto delle multinazionali del petrolio nell’economia kazaka. I loro racconti dialogano a distanza con quella di uomini e donne italiane che cinquant’anni fa vissero simili emozioni e speranze.