PODCAST | Samantha Sartori intervista Fabio Grassadonia, Antonio Piazza e Filippo Luna, registi e attore del film Sicilian Ghost Story.
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A quattro anni dal debutto di Salvo al Film Society of Lincoln Center, Fabio Grassadonia ed Antonio Piazza tornano con un nuovo film che ci riporta in Sicilia, e ci raccontano la storia dimenticata del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di un collaboratore di giustizia che venne rapito, tenuto in vita in condizioni disumane ed assassinato. Attraverso gli occhi di Luna riescono a ridare umanità alla innocente vittima di cosa nostra. Abbiamo incontrato Fabio Grassadonia, Antonio Piazza e Filippo Luna interprete che ha lavorato con i giovani attori interpreti del film. Il film ha già trovato un distributore per gli Stati Uniti, uscirà nelle sale nell’autunno 2018.
Sicilian Ghost Story: Giuseppe Di Matteo, figlio di un collaboratore di giustizia, venne rapito dalla mafia, tenuto in reclusione in condizioni disumane per due anni, ucciso, sciolto nell’acido e dimenticato da tutti. Un giorno, dopo la scuola, Luna segue Giuseppe nella foresta, gli vuole consegnare una lettera. Come in una fiaba moderna la nostra eroina dovrà combattere contro l’infamia e l’omertà per ritrovare il suo principe sul cavallo. L’ostinazione ed il dolore di Luna, che si trasformano in una forma patologica di schizofrenia infantile, permettono ai registi siciliani di mettere in scena un film senza confini alla loro immaginazione, un film che gioca con il tempo e con lo spazio in vortici che rimescolano sogno e realtà. E come in una fiaba l’equilibrio viene ristabilito, restituendo umanità e sentimenti ad un bambino, al quale gli artigli degli orchi avevano strappato tutto, perfino il suo ricordo. Un film che nella sua crudezza restituisce un messaggio di speranza, puntando il dito sugli aguzzini ma che colpisce le coscienze di tutti, perché la colpa di questo delitto non si dissolverà come il corpo di Giuseppe nell’acido, ma rimarrà nella coscienza di tutti quelli che sapevano e che hanno taciuto. Ricordare questi fatti alle nuove generazioni è un dovere, in qualunque modo si decida di farlo. Per ricordare che quelli non sono affatto uomini d’onore, ma bestie ignoranti, senza dignità.
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