PODCAST | Chiara Nicoletti intervista Gianni Zanasi, regista del film Troppa Grazia.
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“Mi sono chiesto sinceramente: sei sicuro che vuoi scrivere un film che abbia tra i protagonisti la Madonna? Poi ho capito che era un conflitto dentro Lucia, una che negli anni ha dato la precedenza a sopravvivere e non si è accorta che ha rinunciato a vivere. È per questo che la sua parte infantile torna da lei sotto forma di Madonna in quella che è una sua scissione schizofrenica”. Su FRED Gianni Zanasi, regista di Troppa Grazia, in selezione alla Quinzaine des Realizateurs del 71 Festival di Cannes, secondo italiano in sezione dopo Stefano Savona, racconta l’idea alla base dell’introduzione del personaggio sacro ma concreto della Madonna, la madre di Dio, all’interno del suo film. Questa Madonna è terrena perché rappresenta Lucia (Alba Rohrwacher) che si scontra con se stessa ed è questa la chiave di lettura di Troppa Grazia, che perde i suoi connotati da miracolo o film mistico e ne acquista di più legati alla terra ed alla dura vita di tutti i giorni.
Troppa Grazia: Lucia è una geometra che vive da sola con sua figlia. Mentre si arrangia tra mille difficoltà, economiche e sentimentali, il Comune le affida un controllo su un terreno scelto per costruire una grande opera architettonica. Lucia nota che nelle mappe del Comune qualcosa non va, ma per paura di perdere l’incarico decide di non dire nulla. Il giorno dopo, mentre continua il suo lavoro, viene interrotta da quella che le sembra una giovane “profuga”. Lucia le offre 5 euro e riprende a lavorare. Ma la sera, nella cucina di casa sua, la rivede all’improvviso, davanti a lei. La “profuga” la fissa e le dice: “Vai dagli uomini e dì loro di costruire una chiesa là dove ti sono apparsa…”
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