PODCAST | Chiara Nicoletti intervista Agostino Ferrente, regista del film Selfie.
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Selfie di Agostino Ferrente, in concorso nella sezione Panorama Dokumente del 69° Festival di Berlino è più di un semplice documentario, è un viaggio alla scoperta di una realtà, quella di un quartiere complicato e difficile come il Rione Traiano, immaginata attraverso le pagine di cronaca ma impossibile da comprendere a pieno. Sono passati 5 anni da quando Agostino Ferrente insieme a Giovanni Piperno portava a Venezia, alle Giornate degli Autori, Le cose belle, uno sguardo su 4 ragazzi napoletani nel loro percorso dalla fine dell’adolescenza all’età adulta. Agostino Ferrente torna in una Napoli che ha imparato a conoscere bene e lo fa dando a due ragazzi, Alessandro Antonelli e Pietro Orlando un cellulare in mano per riprendersi, per parlare con il pubblico e raccontarsi. Aleggia un concetto di destino e di fato nelle parole dei due ragazzi e degli altri immortalati dal cellulare e dalle domande di Agostino Ferrente. Il regista lo conferma, spiegando che attraverso il meccanismo del video selfie è riuscito a farsi raccontare cose come se i ragazzi si fossero guardati allo specchio, ha toccato la carne viva, risultato che con un documentario classico non sarebbe riuscito ad ottenere.
Selfie: Napoli, quartiere di Traiano. Alessandro e Pietro sono due adolescenti che si filmano con un iPhone per raccontare il loro difficile quartiere, la loro vita quotidiana, la tragedia di Davide, ucciso a 17 anni ad un posto di blocco.