PODCAST | Chiara Nicoletti intervista Federico Bondi, regista del film Dafne.

Per ascoltare questa intervista, clicca su ► sopra la foto

Più che un film sembra un’incursione nel percorso di crescita e maturazione di una ragazza, la Dafne che da il titolo al film. Federico Bondi, a distanza di 11 anni dal suo Mar Nero, torna a ritrarre le donne e lo fa concentrandosi sulla storia di una giovane donna, Dafne, interpretata da Carolina Raspanti, una ragazza portatrice di sindrome di down, il cui mondo viene sconvolto dalla morte della madre. Trovatasi sola con il padre, nel doverlo risollevare dal baratro, provando al tempo stesso a elaborare il lutto, troverà la strada per diventare finalmente adulta. Bondi racconta come il film nasca da un’immagine, quello di una padre e una figlia alla fermata del bus e come poi invece sia stato costruito tutto intorno al carisma di Carolina. Non voleva fare un film sulla diversità Bondi ma ritraendo routine e normalità nella vita di Dafne, dimostra come in questo caso, un cromosoma in più dia solo la marcia in più a questa ragazza: l’autenticità e la determinazione.

Dafne, interpretata da Carolina Raspanti, è una trentenne portatrice di sindrome di Down, esuberante e trascinatrice, che sa organizzare da sola la sua vita ma vive ancora insieme ai genitori, Luigi (Antonio Piovanelli) e Maria (Stefania Casini). Quando Maria muore all’improvviso, gli equilibri familiari vanno in frantumi. Luigi sprofonda nella depressione, tormentato dall’ossessione di lasciare sola la figlia quando anche lui se ne andrà… Dafne, invece, grazie anche al lavoro e agli amici di una vita, affronta il lutto con l’incoscienza di una bambina e il coraggio di una giovane donna, e tenta invano di scuotere il padre. Finché un giorno accade qualcosa di inaspettato: insieme decidono di affrontare un trekking in montagna, diretti al paese natale di Maria. Lungo il cammino, scopriranno molte cose l’uno dell’altra e impareranno entrambi a superare i propri limiti.

Per saperne di più, clicca qui.