PODCAST | Chiara Nicoletti intervista Marco Bellocchio, regista della serie Esterno Notte.
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Per la sua prima avventura nella serialità, Esterno Notte, Marco Bellocchio torna sulla vicenda di Aldo Moro, già raccontata in Buongiorno, Notte del 2003. Presentata al Festival di Cannes nella sezione Cannes Premiere, Esterno Notte uscirà poi in sala con Lucky Red in 2 parti: la prima dal 18 maggio, la seconda dal 9 giugno e in autunno su Rai 1 nell’originale formato seriale. 6 episodi, ognuno dedicato ad un personaggio per approfondirlo e raccontarlo al meglio. Si comincia con Aldo Moro interpretato da Fabrizio Gifuni e si passa per Toni Servillo nel ruolo di Paolo VI e Margherita Buy nei panni della moglie di Moro, Eleonora. Marco Bellocchio descrive la lucidità e la chiarezza con cui è tornato sulla vicenda Moro dopo aver realizzato Marx può aspettare che invece era un piccolo grande film personale e intimo.
Esterno Notte: 1978. L’Italia è dilaniata da una guerra civile. Da una parte le Brigate Rosse, la principale delle organizzazioni armate di estrema sinistra, e dall’altra lo Stato. Violenza di piazza, rapimenti, gambizzazioni, scontri a fuoco, attentati. Sta per insediarsi, per la prima volta in un paese occidentale un governo sostenuto dal Partito Comunista (PCI), in un’epocale alleanza con lo storico baluardo conservatore della Nazione, la Democrazia Cristiana (DC). Aldo Moro, il Presidente della DC, è il principale fautore di questo accordo, che segna un passo decisivo nel reciproco riconoscimento tra i due partiti più importanti d’Italia. Proprio nel giorno dell’insediamento del Governo che con la sua abilità politica è riuscito a costruire, il 16 marzo 1978, sulla strada che lo porta in Parlamento, Aldo Moro viene rapito con un agguato che ne annienta l’intera scorta. È un attacco diretto al cuore dello Stato. La sua prigionia durerà cinquantacinque giorni, scanditi dalle lettere di Moro e dai comunicati dei brigatisti: cinquantacinque giorni di speranza, paura, trattative, fallimenti, buone intenzioni e cattive azioni. Cinquantacinque giorni al termine dei quali il suo cadavere verrà abbandonato in un’automobile nel pieno centro di Roma, esattamente a metà strada tra la sede della DC e quella del PCI.
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