Eleonora Danco, regista, “N-Ego”: un film che riflette sul senso della vita. Togliersi, o mettersi, una maschera per interrogarsi sull’esistenza.
Eleonora Danco, regista di “N-Ego”, racconta come a 10 anni da “N-Capace” sia tornata dietro la macchina da presa per continuare la sua personale indagine sulla condizione umana.
Un viaggio in prima persona che la vede protagonista in compagnia di personaggi bizzarri interpretati da attori e persone reali che ha coinvolto dopo averle conosciute e delle quali ha coltivato l’amicizia. Un’esperienza umana e artistica vissuta in uno spazio sospeso dove attori e persone prese dalla strada convivo per far vita ad un colorato puzzle sull’esistenza. Arte e vita si intrecciano e non si tradiscono mai in un racconto rapsodico solo all’apparenza senza trame in realtà tenuto insieme da un filo rosso, e da un montaggio notevole, che accompagna chi guarda fino alla composizione finale.
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“N-Ego”, intervista alla regista Eleonora DancoAngela Prudenzi
N-Ego è una intensa e libera esplorazione della condizione umana, un viaggio attraverso le strade, dove la regista affronta una profonda crisi creativa ed esistenziale. In cerca di autenticità, si immerge in luoghi diversi, incontra personaggi che con le loro storie rispecchiano le sue paure e i suoi desideri.
Ogni incontro diventa un riflesso dei suoi demoni interiori, trasformando le vite di questi individui in tessere di un mosaico emotivo. La regista, travestita da manichino de Chirichiano con il volto coperto da una calza e una cartuccera di sonniferi sul petto, è un personaggio segnato, graffiato, ma che conserva ancora lo spirito incosciente della fanciullezza.
Attraverso immagini evocative, un montaggio audace, e a un ritmo drammatico e divertente, N-Egotrascende la realtà, invitando lo spettatore a riflettere sulla propria esistenza, nel labirinto che è il caos della vita Adulta
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