“Stereo Girls“, di Caroline Deruas Peano, presentato alla Settimana Internazionale della Critica, è un viaggio tra amicizia, emozioni e ricordi, un profondo viaggio nel tema dell’adolescenza e dei legami veri e sinceri. Diretto da una regista che ha radici sia francesi che italiane, il film si propone di immergere lo spettatore nelle intense emozioni dell’età dell’adolescenza.
Un inizio deciso per preparare il pubblico
Il film apre con un disclaimer forte e chiaro, che invita a riflettere sulla natura delle amicizie vere e profonde. Se chi guarda sospetta di non aver mai vissuto un legame autentico, forse questo film non è il film adatto. Proprio questa introduzione serve a creare un’atmosfera di immediata partecipazione, coinvolgendo lo spettatore nel racconto di due ragazze che attraversano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
L’estetica come elemento fondamentale della narrazione
Uno degli aspetti più significativi di “Stereo Girls” è il suo approccio visivo. Caroline Deruas Peano spiega come abbia scelto consapevolmente di rappresentare il mondo adolescente con immagini e colori eccessivi, che riflettessero la percezione della vita durante quell’età: “Tutto in quell’età era troppo, i colori, le emozioni“, afferma. Questa esagerazione estetica è una leva emozionale per lo spettatore, per trasportarlo con le protagoniste in quei momenti fondamentali di passaggio e di crescita. Le scelte di tecnica e stile cinematografico enfatizzano le parti più oniriche e sognanti, con dettagli di texture a grana più ruvida, che ricordano il cinema degli anni Settanta e Ottanta, provenienti anche dal cinema italiano e americano di quegli anni. La differenza tra le scene di realismo e quelle oniriche è evidente, valorizzando ulteriormente il viaggio emotivo delle protagoniste.
Le attrici e il loro rapporto sul set
Il cast, in particolare le due attrici principali, rappresenta un elemento chiave per la riuscita del film. La regista sottolinea come la chimica tra le due ragazze sia stata spontanea e decisiva: “Sembrava un dono, un regalo“. Il lavoro delle attrici è stato così autentico che ha facilitato notevolmente il processo di recitazione, rendendo le loro interpretazioni naturali e profonde.
Un racconto di ricordi, crescita e accettazione
“Quando ripenso a noi adolescenti, provo una cosa che sta tra rabbia e tenerezza“, afferma la regista. Il film rappresenta non solo il dolore della perdita, ma anche un percorso di accettazione e di rivalutazione delle emozioni di allora. La scena finale mostra il desiderio di riconciliare il passato con il presente, di preservare quell’amicizia come un ricordo prezioso, senza rabbia ma con consapevolezza.
Plot
Sud della Francia, anni ‘90. Charlotte e Liza, diciassettenni e inseparabili migliori amiche, vivono per il brivido della musica e per l’eccitante promessa della libertà. Sono diametralmente opposte in tutto, ma insieme sono inarrestabili. Quando il partito di destra inizia a prendere piede nella loro città natale, le ragazze sognano di trasferirsi a Parigi, spinte dalla passione per la musica. Ma un’inaspettata tragedia si abbatte su di loro e Charlotte si ritrova da sola alla soglia dell’età adulta. Portando con sé sogni che erano pensati per due.