All’82ª Mostra del Cinema di Venezia, FRED Film Radio ha intervistato il regista Bonifacio Angius e gli interpreti Edoardo Pesce e Antonio Angius per parlare di “Confiteor – Come scoprii che non avrei fatto la Rivoluzione”, film presentato alle Giornate degli Autori 2025 nella sezione Notti Veneziane.
Il tentativo di riempire un vuoto
Da “Il maestro” a “The Smashing Machine” passando per “Confiteor – Come scoprii che non avrei fatto la Rivoluzione”, sono numerosi i film presentati alla Mostra di Venezia che mettono al centro una riflessione sulla sconfitta o personaggi “perdenti”. Non a caso il protagonista della pellicola presentata alle Giornate degli Autori è un regista fallito. “Credo che la storia della letteratura e del cinema sia costruita su personaggi sfortunati, dal vagabondo di Chaplin al Jake LaMotta di De Niro. Non esiste un film dove a un personaggio va tutto bene, perché altrimenti non ci sarebbe conflitto. Sarebbe come Peppa Pig”, spiega Bonifacio Angius. “C’è anche questo concetto occidentale molto consumistico secondo cui la vita debba essere una gara e gli esseri umani dei cavalli da corsa. Nel film viene detto che non è così. Alla fine della corsa il premio è lo stesso: moriamo tutti. Poco importa che tu sia vincente o perdente. Secondo me le persone che calpestano le strade del mondo, vivendo con grande dolore quello che gli capita, sono il centro dell’essere umano. Anche i grandi artisti, sia drammatici che comici, passano sempre da un grande dolore e senso di vuoto. La loro urgenza è tentare costantemente di riempirlo”.
La Sardegna e un nuovo percorso cinematografico
Recentemente il regista ha confidato che “Confiteor – Come scoprii che non avrei fatto la Rivoluzione” sarà, momentaneamente, il suo ultimo film ambientato in Sardegna. “Ma forse era una bugia”, ammette Bonifacio Angius. “Questo film è stato girato in Sardegna, ma non credo che la location sia l’isola quanto la mente, il luogo dei ricordi del protagonista. La Sardegna c’è perché lui è sardo, ma non ha una connotazione come poteva avere nei miei film precedenti. Ho sempre cercato di raccontare storie che fossero universali e che non utilizzassero la mia terra come stereotipo e punto di forza. Ho fatto quattro film di cui tre e mezzo sono ambientati dove sono nato e mi piacerebbe misurarmi nel raccontare qualcosa di diverso. Ho già un soggetto che inizia a Napoli e finisce a Varsavia”.
Plot
Questa è la storia di un'infanzia eterna da cui scaturisce la forma e il significato di tutto ciò che verrà. Dove sei? Dove sono io? Perché siamo qui? Come è cambiato tutto, e non ce ne siamo mai accorti? Il tempo è passato, e nessuno tornerà più a gridare fuori dalla mia finestra. E in questa oscurità che sembra avvolgere ogni cosa, ci rendiamo conto che il minimo segno sarebbe stato sufficiente: un gesto, una canzone, una parola, un bacio, la propria presenza. Sarebbe stato semplice, se la nostra buona volontà si fosse trasformata in fare del bene.