Il film “Film di Stato” di Roland Sejko, presentato alla sezione Giornate degli Autori alla 82esima Mostra del Cinema di Venezia, offre uno sguardo intenso sulla dittatura in Albania di Enver Hoxha attraverso un montaggio di immagini d’archivio. Questo lavoro, che si focalizza su quarant’anni di storia, utilizza materiali di propaganda del regime comunista per creare un racconto che sfida le intenzioni originali delle immagini.
Un approccio innovativo all’uso del repertorio storico
Il regista sottolinea come l’uso di materiali di archivio, provenienti da fonti ufficiali come l’archivio dell’Istituto Luce o quello dell’Albania, sia un atto di destrutturazione delle narrazioni propagandistiche. Le immagini, precedentemente rivestite di suoni, testi e musiche dell’epoca, vengono decontestualizzate e presentate “nude”, rivelando aspetti più autentici e meno manipolati di quegli eventi. La sfida principale risiede nel ricollegare queste immagini al nostro presente, trasformando il loro significato originale e creando nuove narrazioni che riflettano il presente.
La selezione delle immagini: tra cronologia e tema
Per il montaggio di “Film di Stato”, Sejko ha scelto di seguire un percorso cronologico, partendo dal 1945 fino agli ultimi anni del regime, offrendo così un quadro completo di un periodo lungo e complesso. Tuttavia, anche la scelta di focalizzarsi su temi specifici, come le scene di propaganda o immagini più intime del dittatore Hoxha, contribuisce a creare un continuum narrativo efficace. Un elemento ricorrente del documentario è una serie di riprese private della vettura del dittatore, una Mercedes nera che attraversa l’Albania. Questa immagine, quasi un leitmotiv, simboleggia sia il passare del tempo che la solitudine di Hoxha, e diventa un punto di riferimento emotivo e simbolico dell’intera opera.
Le immagini come strumenti di narrazione
Seiko riflette sul significato di propaganda e su come le immagini siano strumenti potenti in mano ai regimi totalitari. La differenza tra propaganda in un’epoca ideologica e quella odierna risiede nel contesto e negli obiettivi. Mentre in passato l’obiettivo era imporre una verità unica, oggi le immagini spesso riflettono una molteplicità di narrazioni e punti di vista. In questo senso, il film utilizza solo immagini e suoni semplici e realistici, senza eccessivi abbellimenti, per consegnare una testimonianza autentica di un’epoca difficile.
Un’immagine simbolo: il passaggio del dittatore
Tra le tante immagini, quella che più rappresenta il cuore del film è la scena delle riprese private della Mercedes di Hoxha durante il suo passaggio in Albania. Non si tratta di un’immagine pubblica, ma di un momento quasi intimo e privato, che il regista ha scelto di restituire con un intento quasi artistico. Quando questa immagine viene riproposta nel montaggio, assume una dimensione più universale, diventando simbolo di solitudine, potere e passato.
Il ruolo delle immagini di propaganda oggi
Seiko afferma che il significato di propaganda si è evoluto nel tempo, e che oggi essa si manifesta ovunque, specialmente in regimi autoritari dove il controllo dell’informazione è ancora forte. La parola “propaganda” si associa principalmente alle dittature, ma in realtà rappresenta uno strumento che soggioga la realtà anche nei sistemi democratici, dove molteplici verità coesistono. “Film di Stato” si rivolge quindi a una riflessione profonda sul potere delle immagini e sulla loro capacità di raccontare e influenzare le narrazioni storiche e politiche. Un’opera che ci invita a guardare oltre il semplice contenuto visivo, ponendo domande sulla nostra percezione del passato e della realtà.
Filtrare il passato per comprendere il presente
Il documentario di Sejko dimostra come l’archivio non sia solo un deposito di immagini, ma uno strumento di interpretazione e riscrittura della storia. La scelta di usare le immagini di propaganda albanese per raccontare quarant’anni di regime è una sfida cruciale, che invita a riflettere sulla funzione di archivio e sulla nostra capacità di reinterpretare il passato.
Plot
Dalla fine della seconda guerra mondiale e per oltre quarant’anni, la storia dell’Albania si intreccia indissolubilmente con quella di un solo uomo, Enver Hoxha, che ha guidato il paese attraverso alleanze effimere e rotture radicali, fino a condurlo all’isolamento totale. Film di Stato racconta quei quarant’anni di regime comunista albanese attraverso le immagini che il potere ha prodotto per raccontare se stesso. Costruito interamente con materiali d’archivio spesso inediti – film di propaganda ufficiali, riprese dai fondi riservati o privati del regime – questo lavoro è un viaggio in immagini e suoni all’interno di un regime che fece del cinema uno strumento di potere. Cosa sono capaci di raccontare oggi quelle stesse immagini?