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Festival del Cinema Europeo

Aggiornamento sui progetti di Lars von Trier dal Festival del Cinema Europeo

todayNovember 17, 2025

Background
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A Lecce, Louise Vesth illustra i nuovi lavori del regista danese e legge un messaggio personale sulla sua ricerca artistica

La 26ª edizione del Festival del Cinema Europeo di Lecce, diretta da Alberto La Monica, ha ospitato uno degli interventi più attesi: quello di Louise Vesth, produttrice Zentropa, invitata nell’omaggio curato da Massimo Causo sul regista danese Lars von Trier. «Come tutti sapete, a Lars von Trier è stato diagnosticato il morbo di Parkinson. L’ho incontrato la scorsa settimana e, nonostante le circostanze, era di ottimo umore», ha detto Vesth.

La produttrice ha quindi annunciato due nuovi progetti, leggendo infine un messaggio che il regista ha inviato per l’occasione.

Louise Vesth with Alberto La Monica
Louise Vesth con Alberto La Monica

Il film After: un lavoro in continua trasformazione

Vesth ha confermato che von Trier sta lavorando al nuovo film After. «Non è più impegnato per l’intera giornata come accadeva in passato, ma si tratta di un lavoro in continua evoluzione», ha spiegato. Il film, ancora in sviluppo, continua a cambiare forma mentre il regista alterna scrittura, ripensamenti e aggiustamenti strutturali.

Un processo più lento, ma ancora fedele alla precisione che attraversa tutta la sua opera, dagli esordi di L’elemento del crimine (1984) alla radicalità narrativa di Nymphomaniac (2013).

Un progetto monumentale: un’enciclopedia in 100 episodi

Accanto a After, Vesth ha presentato un progetto di portata eccezionale: «Stiamo pensando a un’impresa imponente, perché Lars desidera mettere a disposizione del pubblico tutto il bagaglio di conoscenze e prospettive accumulato negli anni».

Si tratta di un’enciclopedia del cinema e dell’arte in 100 episodi, costruita con materiali d’archivio, note di lavoro e riflessioni sul linguaggio cinematografico, pensata come una mappa completa dell’universo creativo di von Trier.

Il cinema di von Trier: sperimentazione, rigore e vulnerabilità

I progetti presentati a Lecce arrivano dopo The Kingdom Exodus (2022), conclusione della serie The Kingdom, che ha segnato un ritorno al suo immaginario più ironico e inquieto.

La filmografia del regista — da Le onde del destino (1996) e Dancer in the Dark (2000) a Dogville (2003), Melancholia (2011) e La casa di Jack (2018) — continua a essere letta come un laboratorio permanente, dove la tensione morale e la sperimentazione formale si intrecciano in modo indissolubile.

L’enciclopedia annunciata in Puglia sembra inserirsi proprio in questa linea: un tentativo di trasmettere strumenti, dubbi e metodi accumulati in oltre quarant’anni di cinema.

Il metodo von Trier secondo la sua produttrice

Vesth ha poi descritto il rapporto professionale che li unisce: «Collaborare con Lars è molto semplice. Non teme le regole né i limiti di budget: trova sempre strade alternative. Allo stesso tempo è un autore che sa esattamente ciò che vuole».

Il suo ruolo, ha spiegato, è «camminare un passo avanti, rimuovendo vincoli e difficoltà, così che possa avere la piena libertà artistica e politica».

Il messaggio integrale di Lars von Trier

L’incontro si è concluso con la lettura del messaggio del regista: «Vorrei innanzitutto ringraziare il Festival del Cinema Europeo di Lecce per questo premio. Significa molto per me: dimostra che i miei film continuano a raggiungere un pubblico ampio.

Da giovane ho frequentato l’università e le scuole di cinema. Ho visto moltissimi film, ma a un certo punto ho deciso che dovevo smettere di guardare opere recenti. I film del passato andavano bene, ma da una certa data in poi — difficile da definire con precisione — ho scelto di non vedere più le produzioni nuove.

Ho spiegato questa scelta ricorrendo alla metafora dell’isola. Immaginate un esploratore incaricato di mappare un’isola: il suo compito è attraversarla seguendo una linea retta, per esempio verso Nord-Est. La precisione è fondamentale per raggiungere l’obiettivo. I dati diventerebbero inutili, perfino dannosi, se l’esploratore deviasse dal percorso perché attratto da qualcosa che vede in un’altra direzione, magari a Sud-Ovest.

Allo stesso modo, come uno chef che deve preservare il proprio senso del gusto, ho cercato di non guardare film nuovi per non lasciarmi influenzare. Devo ammettere, però, che a volte ho peccato: qualcuno l’ho visto. Ma il motivo per cui evito di farlo è il timore di essere troppo stimolato da idee che non appartengono al mio percorso.

Ho mantenuto comunque una certa disciplina. Ricevere oggi questo premio mi rende felice, perché mi dà la speranza di non aver completamente fallito nel mio lungo viaggio.
Grazie mille,
Lars.»

Trier Zentropa_Casper Sejersen_LVT2022_0113
Lars von Trier
pic by: Casper Sejersen
Zentropa

Una retrospettiva che attraversa quattro decenni

Il festival propone dieci opere chiave di von Trier: L’elemento del crimine (1984), Epidemic (1987), Europa (1991), Le onde del destino (1996), Dancer in the Dark (2000), Dogville (2003), Melancholia (2011), Nymphomaniac: Vol. I e II (2013) e La casa di Jack (2018).

La retrospettiva è accompagnata dall’Ulivo d’Oro alla Carriera, conferito a un autore che ha ridefinito il linguaggio del cinema europeo con rigore, radicalità e senso del rischio.

Written by: Federica Scarpa

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