“Willie Peyote – Elegia Sabauda”, intervista al protagonista Willie Peyote e al regista Enrico Bisi
"Willie Peyote - elegia sabuada" di Enrico Bisi: Willie Peyote tra rap, identità e senso di appartenenza
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“Conversation with” at the 20th Marrakech IFF, interview with actor Willem Dafoe Bénédicte Prot
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"Ellroy VS. L.A.", intervista con il regista Francesco Zippel Federica Scarpa
Francesco Zippel racconta il suo nuovo documentario, “Ellroy vs L.A.”, presentato nella sezione Freestyle Art alla 20ª edizione della Festa del Cinema di Roma. Un film che mette in scena il conflitto eterno tra James Ellroy e Los Angeles, città-madre, ossessione e teatro dei suoi fantasmi.
«Io sono sempre stato un grande stimatore del romanziere Ellroy e di tutto ciò che scriveva», racconta Francesco Zippel. L’idea del film nasce da un incontro reale: «Quando ho avuto la possibilità un paio d’anni fa di conoscerlo, mi colpiva il fatto che lui, nel parlare di sé, tirasse sempre fuori la parola Los Angeles. In tutte le pieghe della sua esistenza».
Da quel momento nasce la scintilla: «Gli ho proposto questa idea, quella di creare una vera e propria conversazione tra lui e Los Angeles», spiega il regista. «Un racconto che potesse essere più interessante dei canonici, perché lui è una persona poco incline all’autocelebrazione».
“Ellroy vs L.A.” diventa così un dialogo immaginario tra uno scrittore e la città che lo ha generato e ferito, un viaggio dentro un rapporto di amore e odio che dura da una vita.
Il titolo, “Ellroy vs L.A.”, racchiude tutta la tensione di questo legame.
«Per me il rapporto che lui ha con Los Angeles è come quello che i grandi pugili hanno con il proprio rivale», dice Zippel. «È una città che ama, che gli ha dato i natali, ma che per una serie di eventi – in primis l’uccisione di sua madre – è anche il simbolo della sua avversione».
Questa ambivalenza diventa la chiave del film: «Lui ha trasformato questa sua avversione in capacità artistica, in una forza creativa sempre viva».
Los Angeles, per Ellroy, è al tempo stesso ferita e musa, colpa e redenzione. E Zippel trasforma questa dialettica in linguaggio cinematografico, intrecciando immagini d’archivio, memoria e musica.
La collaborazione con i Calibro 35 aggiunge un ritmo unico al film.
«Mentre parlavo con Ellroy e sentivo la musicalità del suo modo di parlare, mi suggeriva un certo tipo di musica», spiega Zippel. «Ho detto ai Calibro 35: io penso che la vostra musica ci sia qua dentro, voi siete perfetti per questa cosa».
Il regista racconta come la band abbia registrato l’intera colonna sonora in tre giorni, dopo aver visto alcune immagini del film. «Hanno una musica che è così tanto corporea, così tanto caratterizzata, non è mai un commento, ha una sua identità fortissima».
Il risultato è una narrazione jazzata e pulsante, dove il ritmo dei Calibro 35 si intreccia con la voce e le parole dello scrittore.
Nel documentario, lo scrittore dichiara: «Io invento tutto».
«Lui vive in una bolla», osserva Zippel, «è separato quasi dal presente, lo guarda dalla finestra». Circondato da libri, dischi e memorabilia, Ellroy sembra abitare una capsula spazio-temporale tra la fine degli anni ’40 e ’60.
Zippel sottolinea: «Il suo tradimento della storia in realtà parte da una profonda capacità interpretativa della stessa». Per Ellroy, riscrivere la realtà significa comprenderla più a fondo.
Il regista aggiunge: «Los Angeles gli consente di essere vicino alla storia divertendosi a reinventarla». E proprio per questo, il film diventa un atto di reinvenzione visiva, dove archivio e immaginario dialogano senza sosta.
Zippel ammette che il film parla anche di sé: «A me non interessano i percorsi lineari nella vita come nell’arte. Il lavoro sulla complessità dell’animo umano, e andare a sfatare dei tabù, è qualcosa di molto stimolante».
In questo senso, “Ellroy vs L.A.” è anche un film sull’ossessione artistica, sul bisogno di confrontarsi con le proprie ombre.
«Non so qual è la mia luce o la mia ombra», conclude il regista, «ma mi piace immergermi in questo mare magno che è affascinantissimo».
Un viaggio oscuro nella mente del maestro del noir James Ellroy. Attraverso un’intervista esclusiva e materiali d’archivio, il documentario intreccia la sua storia personale e artistica con la visione unica di Los Angeles: la città in cui è nato, fonte dei suoi traumi e inesauribile serbatoio di eventi, crimini e personaggi trasformati nei suoi capolavori letterari. La narrazione ritmica e jazzata di Ellroy si alterna alle sonorità della leggendaria band italiana Calibro 35.
Written by: Federica Scarpa
Guest
Francesco ZippelFilm
Ellroy vs. L.A.Festival
Festa del Cinema di Roma"Willie Peyote - elegia sabuada" di Enrico Bisi: Willie Peyote tra rap, identità e senso di appartenenza
todayNovember 14, 2023 2
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