Intervista a Alessio Nardin, ideatore del premio Cinema&Arts
“Cinema&Arts è diventato un luogo spazio-temporale dove incontrare, confrontarsi e ricercare nuove prospettive artistiche"
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“Conversation with” at the 20th Marrakech IFF, interview with actor Willem Dafoe Bénédicte Prot
todaySeptember 7, 2025
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"Il rapimento di Arabella", intervista all'attore Marco Bonadei Angelo Acerbi
Nel panorama del cinema contemporaneo, “Il rapimento di Arabella” di Carolina Cavalli si distingue per il suo stile surreale, unendo elementi di giallo, thriller e un tocco di sperimentazione estetica. Durante un’intervista a Venezia, Marco Bonadei, co-protagonista del film, ha condiviso le sue impressioni sull’opera, offrendo una prospettiva approfondita sul processo creativo e sul significato più profondo del film.
Inizialmente, il protagonista ha espresso un forte entusiasmo per il progetto, definendo il film “straordinario” sin dalle prime stesure della sceneggiatura. Ha evidenziato come la narrazione interpreti una realtà deformata, un mondo che sembra sfidare le convenzioni del racconto tradizionale, attraverso un’immagine stilistica fortemente distintiva. La ricchezza visiva e tematica del film si riflette anche nel suo approccio alla recitazione, che ha richiesto un livello di impegno e di introspezione molto elevato.
Il film investe molto sul personaggio di Benedetta Porcaroli, che interpreta l’amante disperato Arabella, un personaggio con caratteristiche molto sfaccettate. Bonadei ha sottolineato come il ruolo richieda una grande introspezione, poiché il personaggio impiega quasi tutto il film a darsi spiegazioni, a cercare di capire se stesso e la propria identità. Questa lunga ricerca di auto-conoscenza si traduce in una rappresentazione molto autentica della mancanza di strumenti emotivi, di capacità relazionali e di consapevolezza di sé.
Per l’intervistato, il tema della mancanza di empatia e di strumenti per relazionarsi è centrale, e diventa un spunto di riflessione sulla società odierna. “Parlare di intelligenza emotiva“, ha detto, “è fondamentale per capire come si possa migliorare il nostro modo di rapportarci“. La complessità dei rapporti e la difficoltà di esprimere i propri sentimenti sono aspetti che emergono con forza in questo film, rendendolo non solo una storia di fantasia, ma anche un’esplorazione delle fragilità umane.
L’atmosfera durante le riprese, secondo quanto raccontato, è stata molto positiva. Il cast e la troupe hanno lavorato con entusiasmo e approccio collaborativo. La regista Carolina Cavalli – definita come una professionista capace di gestire con maestria un set spesso surreale – ha creato un ambiente di lavoro energico e stimolante. La capacità di Carolina di mantenere una posizione equilibrata tra determinazione e insicurezza si traduce in un team motivato, capace di dar vita a un film che unisce leggerezza e profondità.
Marco Bonadei ha anche condiviso la sua esperienza tra teatro e cinema, sottolineando come il teatro rappresenti ancora il suo principale campo di formazione, pur affacciandosi con crescente interesse anche alla regia cinematografica. La sua avventura nella regia ha portato alla creazione di “Io sono il vento”, tratto da un testo di Jon Fosse, uno dei lavori più sofisticati e astratti del drammaturgo norvegese. La sfida più grande, ha detto, è stata adattare il testo a un linguaggio scenico innovativo, caratterizzato da una forte componente minimalista e simbolica, come la scena realizzata su una grande piscina d’acqua.
Infine, Marco Bonadei ha riflettuto sull’importanza di trovare un equilibrio tra il progetto artistico e la fruibilità da parte del pubblico. “Ogni opera d’arte ha un suo pubblico“, ha affermato, “non tutti apprezzano tutto, ma la coerenza e la comunicazione onesta sono fondamentali“. La sfida di un autore, dunque, è quella di proporre qualcosa che possa stimolare e coinvolgere, anche se in modo più ristretto, un pubblico disposto a immergersi in esperienze artistiche complesse e coinvolgenti.
Holly, ventotto anni, ha sempre creduto di essere la versione sbagliata di sé stessa e che la sua vita non sia andata come avrebbe voluto. Quando incontra una bambina di nome Arabella, si convince di aver trovato la sé stessa di un tempo. Decisa a scappare di casa, la bambina nasconde la sua identità e asseconda il desiderio di Holly: tornare indietro e diventare qualcuno di speciale.
Written by: Angelo Acerbi
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Marco BonadeiFestival
Mostra del Cinema di VeneziatodayAugust 31, 2025 2
“Cinema&Arts è diventato un luogo spazio-temporale dove incontrare, confrontarsi e ricercare nuove prospettive artistiche"
"Il Rapimento di Arabella" è un film che esplora le illusioni della vita, i sogni e le emozioni autentiche, in un mondo surreale ma incredibilmente reale. Senza piegarsi a nessuna convenzione narrativa e con un grand respiro di libertà espressiva …
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