“La grazia”, intervista al regista Paolo Sorrentino e gli attori Toni Servillo e Anna Ferzetti
La grazia di Paolo Sorrentino apre Venezia 82 e porta sul grande schermo la bellezza del dubbio.
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"Il Rapimento di Arabella", intervista con la regista Carolina Cavalli e l'attrice Benedetta Porcaroli Angelo Acerbi
Incontrando la regista Carolina Cavalli e l’interprete principale Benedetta Porcaroli, de “Il rapimento di Arabella“ scopriamo il talento e la visione dietro un’opera che unisce profondità emotiva, innovazione estetica e un sapiente equilibrio tra realtà e finzione. “Il rapimento di Arabella” si presenta come un’opera ricca di significato e stile, capace di coinvolgere lo spettatore in una riflessione sulla vita, le illusioni e il senso di sé, attraverso una narrazione elegante e un’estetica decisamente non convenzionale.
Carolina Cavalli ha spiegato come l’ispirazione per “Il rapimento di Arabella” sia nata dalla riflessione sulle infinite possibilità di vita che ognuno di noi può immaginare, e dall’idea che, finché si ha spazio e libertà, si possa vivere una sola realtà tra le tante possibili. La protagonista, interpretata magistralmente da Benedetta Porcaroli, si confronta con il senso di aver perso un’occasione, vivendo un’esistenza che non rispecchia la sua vera volontà. L’opera si svolge in scenari volutamente atipici, luoghi inventati ma dal forte senso di verosimiglianza, che contribuiscono a creare un’atmosfera onirica e privata. La scelta estetica di ambientazioni non geograficamente precise permette di sintetizzare l’emotività e le tensioni della narrazione senza perdere di vista la verità interna ai personaggi.
Benedetta Porcaroli dà vita a Holly, un personaggio sfaccettato che evolve e involve nel corso del film. La sua interpretazione si distingue per la capacità di rendere naturale anche il tono più difficile, spesso spostato rispetto alla realtà convenzionale, ma mai fuori controllo. La sua bravura sta nel leggere e restituire la vitalità di personaggi non immediatamente simpatici, mostrandone la profondità emotiva e le contraddizioni. Questo approfondimento sui personaggi permette allo spettatore di entrare in un mondo fatto di sfumature umane, affrontando temi universali come l’identità, il rimpianto e la ricerca del senso di sé. La tecnica narrativa e interpretativa si amalgama perfettamente, creando un contenitore emotivamente coinvolgente, dove la realtà si mescola con un leggero tocco di surreale, senza sconfinare nell’assurdo.
La regista Carolina Cavalli ha adottato un approccio molto dettagliato nella creazione degli spazi, disegnando una mappa immaginaria che unisce elementi di realtà con un mondo inventato. Questa scelta permette di mantenere un tono autentico e intimo, anche se il setting non corrisponde a luoghi specifici del nostro pianeta. Attraverso questa strategia, il film riesce a trasmettere un senso di universalità, rendendo ogni scena e ogni luogo credibile nella loro suggestione.
Benedetta Porcaroli, interprete di Holly, ha condiviso la sua esperienza nel portare in scena un personaggio complesso. Ha sottolineato come il suo rapporto con la bambina che interpreta nel film abbia rappresentato una sfida e un’esperienza autentica, arricchita da un’intensa verità emotiva. La capacità di mescolare spontaneità e interpretazione composta ha permesso di rendere credibili le tante sfumature di Holly, creando un ponte tra il personaggio e l’attrice stessa.
Il dramedy racconta la storia di una giovane disadattata di nome Holly (Benedetta Porcaroli), convinta di essere la versione sbagliata di sé stessa, finché non incontra una bambina di 7 anni che le fa cambiare idea. Secondo lungometraggio della regista dopo il pluripremiato esordio, Amanda, presentato nel 2022 alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Written by: Angelo Acerbi
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Mostra del Cinema di VeneziaLa grazia di Paolo Sorrentino apre Venezia 82 e porta sul grande schermo la bellezza del dubbio.
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