“Confidenza”, intervista al regista Daniele Luchetti e al protagonista Elio Germano
"Domenico Starnone ha una grande capacità di introspezione dell'animo umano. E qui non mancano le zone d'ombra e le maschere"
Listeners:
Top listeners:
ENGLISH Channel 01 If English is your language, or a language you understand, THIS IS YOUR CHANNEL !
ITALIAN Channel 02 Se l’italiano è la tua lingua, o una lingua che conosci, QUESTO È IL TUO CANALE!
EXTRA Channel 03 FRED Film Radio channel used to broadcast press conferences, seminars, workshops, master classes, etc.
GERMAN Channel 04 Wenn Ihre Sprache Deutsch ist, oder Sie diese Sprache verstehen, dann ist das IHR KANAL !
POLISH Channel 05
SPANISH Channel 06 Si tu idioma es el español, o es un idioma que conoces, ¡ESTE ES TU CANAL!
FRENCH Channel 07 Si votre langue maternelle est le français, ou si vous le comprenez, VOICI VOTRE CHAINE !
PORTUGUESE Channel 08
ROMANIAN Channel 09 Dacă vorbiţi sau înţelegeţi limba română, ACESTA ESTE CANALUL DUMNEAVOASTRĂ!
SLOVENIAN Channel 10
ENTERTAINMENT Channel 11 FRED Film Radio Channel used to broadcast music and live shows from Film Festivals.
BULGARIAN Channel 16 Ако българският е вашият роден език, или го разбирате, ТОВА Е ВАШИЯТ КАНАЛ !
CROATIAN Channel 17 Ako je hrvatski tvoj jezik, ili ga jednostavno razumiješ, OVO JE TVOJ KANAL!
LATVIAN Channel 18
DANISH Channel 19
HUNGARIAN Channel 20
DUTCH Channel 21
GREEK Channel 22
CZECH Channel 23
LITHUANIAN Channel 24
SLOVAK Channel 25
ICELANDIC Channel 26 Ef þú talar, eða skilur íslensku, er ÞETTA RÁSIN ÞÍN !
INDUSTRY Channel 27 FRED Film Radio channel completely dedicated to industry professionals.
EDUCATION Channel 28 FRED Film Radio channel completely dedicated to film literacy.
SARDU Channel 29 Si su sardu est sa limba tua, custu est su canale chi ti deghet!
“Conversation with” at the 20th Marrakech IFF, interview with actor Willem Dafoe Bénédicte Prot
A trent’anni dalla sua uscita, “La scuola” torna in sala in una versione restaurata presentata alla 23ª edizione di Alice nella Città, e disponibile su Mediaset Infinity dal 16 ottobre. Il regista Daniele Luchetti ripercorre con FRED Film Radio il significato di questo film, simbolo del cinema italiano degli anni ’90 e ancora oggi sorprendentemente attuale.
“Mi ha colpito vedere quante cose sono cambiate, soprattutto nei mezzi. Trent’anni fa facevamo film con più soldi, più libertà visiva e più tempo. Oggi li giriamo in sette settimane, allora in undici,” racconta Luchetti con un sorriso, ricordando anche la produzione di Rita e Vittorio Cecchi Gori, che “mi misero davvero nelle condizioni di fare un film con tutto quello che serviva.”
Quando uscì nel 1995, “La scuola” venne definito dallo stesso Luchetti “un piccolo film sperimentale”, ma si trasformò in un enorme successo di pubblico. Riguardandolo oggi, il regista ammette:
“Mi sembra di aver sperimentato la vitalità. Era la prima volta che avevo la sensazione di catturare una vita che ribolliva. Quei ragazzi di quindici anni facevano semplicemente casino — e quel casino doveva entrare nel film.”
È proprio quella energia reale e imperfetta a rendere il film ancora oggi vivo, autentico e capace di parlare alle nuove generazioni. Nonostante tre decenni di distanza, Luchetti osserva che “non cambia niente. Le stesse aule, le stesse sedie, gli stessi banchi… solo con un cellulare in mano in più. È sempre lo scontro tra ormoni e cultura, tra contenzione e libertà.”
In “La scuola”, il tempo è un tema centrale. Non solo come durata, ma come condizione di immobilità: quella degli insegnanti e dell’istituzione stessa. “La scuola è un microcosmo in cui ogni anno si ripropongono le stesse tipologie umane, semplicemente con nomi diversi,” spiega Luchetti.
E aggiunge: “Non è che il film fosse preveggente, semplicemente raccontava ciò che avevamo tutti sotto il naso.”
Tra i simboli più affascinanti c’è Cardini, lo studente invisibile che tutti evocano ma nessuno vede mai. “È l’invenzione più bella del film. Proprio perché non si vede mai, ognuno può dargli la propria definizione. È l’indefinibile, la metafora più riuscita del film.”
Oggi Daniele Luchetti insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia e continua a riflettere sul ruolo del cinema come strumento educativo:
“Quando insegni cinema, impari anche molto dai tuoi studenti. Capisci che hanno un rapporto diverso con le immagini: guardano i film sulle piattaforme, non più in sala. Però hanno una formazione culturale nuova, e questo mi insegna tanto.”
Secondo il regista, il cinema dovrebbe entrare nelle scuole come strumento di apprendimento: “Un film ti fa capire la storia e la psicologia di un’epoca meglio di un saggio. Guardando “Poveri ma belli” capisci cosa si pensava delle donne negli anni ’50 molto più che leggendo un manuale.”
Dopo trent’anni, Luchetti rivede “La scuola” con affetto e lucidità:
“Lo feci nel panico, svegliandomi la notte pensando di fare la peggior cazzata della mia vita. E invece, trent’anni dopo, ne stiamo ancora parlando. Non toccherei una virgola.”
In un istituto tecnico della periferia romana si svolge l’ultima giornata di scuola, scandita da scrutini, tensioni tra colleghi e piccoli eventi che riflettono la complessità del mondo scolastico. Dentro le mura consunte dell’edificio si incrociano personalità diverse: il professor Vivaldi (Silvio Orlando), insegnante di lettere idealista e sensibile, che vede nella cultura un’occasione di crescita e riscatto; la professoressa Majello (Anna Galiena), docente di matematica, dolce e malinconica, in bilico tra vita privata e dedizione al lavoro; e il vicepreside Sperone (Fabrizio Bentivoglio), rigido e pragmatico, che riduce l’insegnamento a un dovere burocratico più che a una missione educativa. Attorno a loro si muovono colleghi disillusi, giovani insegnanti entusiasti, studenti difficili e altri pieni di speranza. Le aule, i corridoi e la sala professori diventano così luoghi simbolici dove prendono forma i conflitti, le attese e le contraddizioni di una comunità scolastica. Attraverso il gioco tra presente e flashback di momenti dell’anno scolastico appena concluso, il film disegna il ritratto corale di un’istituzione sempre in bilico tra missione educativa e precarietà strutturale, in cui il tempo della burocrazia e quello dell’esperienza umana si fondono in un’unica storia.
Written by: Federica Scarpa
Guest
Daniele LuchettiFilm
La ScuolaFestival
Alice nella Città - Roma
"Domenico Starnone ha una grande capacità di introspezione dell'animo umano. E qui non mancano le zone d'ombra e le maschere"
Eravamo Bambini, thriller di Marco Martani con Lucrezia Guidone, da Alice nella Città approda al cinema
Clorofilla, presentata ad Alice nella Città, è l’opera prima di Ivana Gloria che adatta il mito ovidiano di Dafne per raccontare la metamorfosi di una giovane donna.
Nel cuore della crisi, Viola e Anna esplorano un mondo inaspettato, dove la solidarietà e la meraviglia emergono tra le macerie del terremoto.
Intervista a Giorgio Diritti sul cortometraggio "L’ascolto", presentato ad Alice nella Città 2025. Empatia, giovani e cinema come strumento educativo. Un invito a tornare davvero ad ascoltare.
todayOctober 9, 2025 1
Tre Ciotole di Isabel Coixet: dal romanzo di Michela Murgia, un film sul valore del ricominciare quando tutto sta per finire
Juliette Binoche al Torino Film Festival 2025 con In-I in Motion, suo primo film da regista. L’attrice riceverà anche la prestigiosa Stella della Mole.
Alice nella Città 2025 porta a Roma 11 film in concorso, 6 in Panorama Italia, retrospettive, corti e proiezioni speciali. Dal 15 al 26 ottobre, il cinema giovane incontra la città.
© 2023 Emerald Clear Ltd - all rights reserved.