Al 39° Lovers Film Festival, abbiamo incontrato la regista Tzeli Hadjidimitriou, per il suo documentario “Lesvia”, presentato Fuori Concorso. In una lunga chiacchierata, la regista ci ha portato con lei alla scoperta di Eressos e di “Lesvia”.
C’era Una Volta Eressos
Tzeli Hadjidimitriou ha condiviso le sue riflessioni sull’importanza di dare voce alla storia della comunità lesbica di Eressos. Attraverso testimonianze personali, materiale d’archivio e estratti dal suo diario, il film offre uno sguardo approfondito sulle trasformazioni sociali ed economiche che hanno caratterizzato la vita nel villaggio dall’arrivo di “queste virago”, come dice scherzosamente Hadjidimitriou, riferendosi alle donne che dagli anni ’70 hanno cominciato ad arrivare a Eressos.
Da un lato, questa trasformazione ha portato nuove opportunità economiche e una maggiore accettazione della diversità. Dall’altro, ha provocato tensioni e conflitti con i residenti locali, evidenziando le sfide della convivenza tra tradizione e cambiamento.
Un Film sia Personale che Collettivo
Tzeli Hadjidimitriou rivela che “Lesvia” racconta anche il delicato equilibrio della sua esperienza intermedia e borderline come membro orgoglioso della comunità lesbica e allo stesso tempo di nativa dell’isola di Lesbo. Attraverso il film, esplora il suo percorso personale di auto-scoperta e accettazione: “Il film è stata la mia terapia. Non è stato facile per me essere lesbica davanti agli abitanti del villaggio. Con questo film ho scoperto anche parti di me, capendo il punto di vista della gente del territorio”
L’isola per tutti
La regista offre uno sguardo sullo stato attuale di Eressos, descrivendola come una meta queer aperta a tutte le differenze. Mentre la comunità continua a evolversi nel tempo, Eressos rimane un luogo di accoglienza e inclusione per individui di tutte le provenienze: “Non esiste più la comunità che si vede all’inizio, perchè i tempi sono diversi. La comunità lesbica c’è sempre, ma i tempi, come l’isola, cambiano sempre. Eressos però rimane un posto che accoglie tutti.”
Volti e Vite per un Grande Racconto
Tzeli Hadjidimitriou condivide il suo processo di selezione e combinazione delle diverse fonti per creare “Lesvos”. La regista ha iniziato a raccogliere foto, scatti e foto d’archivio per narrare una storia più ampia che ha impiegato dieci anni di riprese, durante i quali Tzeli Hadjidimitriou ha condotto interviste approfondite con membri della comunità lesbica, così come con gli abitanti del luogo.
Oltre a raccontare la storia di centinaia di lesbiche che hanno lottato per ottenere uno spazio di espressione e la storia della comunità lesbica di Eressos, “Lesvos”, il primo lungometraggio di Tzeli Hadjidimitriou, riflette sull’evoluzione delle dinamiche di genere e sull’accettazione della diversità.
Plot
Since the 1970s, lesbians from all over the world have ventured to the island of Lesvos in search of the poetess Sappho. Since then, the small village of Eressos has become the destination for unforgettable summers of love and radical separatism. This woman director, originally from the village, recounts the utopian experience through archive photos and videos, while showing its sometimes conflictual impact on the local people. A hymn to a time that was crucial for lesbian history, a love letter to a vibrant community and a reflection on the meaning of inclusion.