“Ellroy VS. L.A.”, intervista con il regista Francesco Zippel
“Ellroy vs L.A.” – Francesco Zippel racconta il legame oscuro tra James Ellroy e Los Angeles: un viaggio tra memoria, ferite e creatività senza pace.
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“Libero - Sempre comunque mai”, intervista al regista Alessio Maria Federici Manuela Santacatterina
Alla 20ª edizione della Festa del Cinema di Roma, FRED Film Radio ha intervistato il regista Alessio Maria Federici per parlare di “Libero – Sempre comunque mai”, film presentato nella sezione Proiezioni Speciali sull’attore Libero De Rienzo, detto “Picchio”.
Era il 2002 quando Libero De Rienzo vinse il David di Donatello per la sua interpretazione di Bart in “Santa Maradona” di Marco Ponti. Il suo discorso di accettazione quella sera non fu per ringraziare regista o produttori, ma per lanciare un messaggio dedicato alla Palestina. Come crede Alessio Maria Federici che l’attore avrebbe vissuto questi ultimi anni? Anche in relazione al silenzio di molti colleghi che hanno preferito non schierarsi. “Dei colleghi non gliene sarebbe fregato niente. Era anche per questo che non riuscivano a catalogarlo”, spiega il regista di “Libero – Sempre comunque mai”.
“In un mondo ego riferito, Picchio si preoccupava di te sempre e comunque. Era un leader vero, buono. Una persona che non aveva mai cattiveria rispetto agli altri. Uno che se doveva fare del male lo faceva a se stesso, ma di certo non lo faceva agli altri. Oggi sarebbe stato al confine con l’Egitto a cercare in tutti i modi di far passare qualche cosa per non far morire di fame i ragazzini. E avrebbe preso posizione nel modo più netto, ma anche nel modo più logico. Avrebbe detto che intanto bisognava smettere di morire e poi ci sarebbe preoccupati del resto”. “Non avrebbe giudicato nessuno. Tendiamo a guardare sempre il bicchiere mezzo vuoto”, continua Federici. “A me basta pensare che i miei figli si sono staccati dalla Play e siano andati in piazza a manifestare. Così come che tanti colleghi hanno provato a fare il loro. Anche lavorando in realtà complicate. Perché ormai non abbiamo più una grandissima libertà, lavoriamo tutti per il mercato. Facciamo progetti che non vengono chiamati più film, ma servizi. Siamo su Amazon, in mezzo alle creme e allo shampoo. Penso, però, che qualcosa si è mosso e spesso ho pensato a picchio in questi giorni”.
La sceneggiatura di “Libero – Sempre comunque mai” è firmata a quattro mani da Riccardo Gentile e Laura Gobbetti. È stato proprio il giornalista di Sky a coinvolgere nel documentario Alessio Maria Federici. Un progetto emotivamente molto complesso. “Io e Picchio ci siamo scazzati per tante motivazioni”, ammette il regista. “Avevamo in comune questo essere disincantati rispetto a quello che facevamo, ma di farlo con tanta passione. Ci eravamo ritrovati. Ci aveva riavvicinato molto il fatto che fossimo diventati entrambi genitori e avevamo scoperto che si nasceva figli, ma non si diventa genitori così facilmente. Ridevamo delle cazzate che avevamo fatto rispetto all’educare i nostri figli”.
“Poi una mattina ero a Sky Sport a presentare ‘Imperfetti criminali’ e uno dei giornalisti era Riccardo Gentile. Mi ha coinvolto perché era un grande appassionato di cinema e un grande appassionato di Santa Maradona. Era una cosa che io avevo sempre rifiutato e messo da parte”, prosegue Alessio Maria Federici. “Anche perché io e Picchio siamo legati a doppio filo anche da un’altra cosa. A 17 anni ho fatto un incidente in motorino e la ragazza che stava dietro di me – una nostra compagna di classe a cui era molto legato – è morta. Il nostro percorso era stato un po’ sulle montagne russe essendo tutte e due un po’ borderline, sfiorandoci. Ma pensando ad Arturo e Lara, i suoi figli, ho creduto fosse giusto fare qualcosa per mostrare loro quanti papà avevano perso perdendo un papà solo”.
Nel 2005 Libero De Rienzo ha debuttato alla regia con “Sangue – La morte non esiste”. Un film dalla potenza rara che fa sfigurare moltissimi altri esordi di attori che in questi anni hanno deciso di passare dietro la macchina da presa. Un’opera che non risponde a nessuna regola, che non si può catalogare e che, come spesso accade, non è stata apprezzata fino in fondo nel nostro Paese venendo premiata, però, un po’ ovunque all’estero. “Questo è il problema del perché il nostro cinema fa ridere”, sottolinea Alessio Maria Federici. “Sangue è un film che nasce da un’esigenza di Picchio. Era un grande autore, un’artista. Non uno di quelli che, arrivato a 60 anni dopo aver passato molto tempo sul set, pensa per osmosi di aver imparato cos’è una lente, come si racconta una storia, quali sono i tempi di un racconto. Picchio aveva una necessità”.
Il 15 luglio, a Roma, scompare a soli quarantaquattro anni l’attore Libero De Rienzo, uno dei volti più riconoscibili del cinema italiano del nuovo millennio. Attraverso alcune immagini di repertorio e le testimonianze di Elio Germano, Paola Cortellesi, Pietro Sermonti, Michele Riondino, Micaela Ramazzotti, Valeria Golino, Willie Peyote, Stefano Fresi, Marco Risi, Massimiliano Bruno, Claudio Santamaria, Emanuele Trevi e molti altri, il documentario ne ripercorre la vita e la carriera, dall’exploit con "Santa Maradona" passando per il teatro fino all’ultima interpretazione in "Takeaway". Emergono così la sua generosità, la vitalità istintiva, l’onestà senza compromessi e soprattutto la capacità di lasciare un segno indelebile in chi lo ha conosciuto personalmente o ammirato sullo schermo.
Written by: Manuela Santacatterina
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