“Indietro così” di Antonio Morabito è un documentario che racconta le storie degli operatori e degli utenti del centro diurno “La bottega delle idee” di Roma, esplorando il valore del teatro come strumento di relazione e crescita umana. Presentato alle Giornate degli Autori durante l’82esima Mostra del Cinema di Venezia, il film offre uno sguardo delicato sulla quotidianità dei suoi protagonisti, esaltando l’importanza dell’autenticità e dell’empatia nelle pratiche artistiche.
Un approccio naturale e senza filtri
Il film si distingue per il modo in cui cattura la spontaneità del processo creativo e delle relazioni umane. La presenza di Stefano Romani, protagonista e interprete del documentario, ha contribuito a mantenere un’atmosfera di naturalezza, risultando in una rappresentazione autentica ai limiti della semplicità. Stefano, che ha esperienza nel lavoro teatrale e con il video, ha raccontato quanto sia stato facile e naturale interpretare il suo ruolo, grazie anche all’intesa immediata con il regista e agli ambienti di lavoro concreti e privi di formali accorgimenti tecnici.
Un’esperienza umana e professionale intensa
Il regista del documentario ha descritto il lavoro come un’esperienza “molto intensa” dal punto di vista umano. La scelta di operare con una troupe ridotta all’essenziale ha permesso di ridurre l’invasività delle riprese, favorendo l’intimità con i soggetti coinvolti. La macchina da presa, infatti, è risultata un elemento che modifica l’ambiente circostante, richiedendo grande attenzione nel mantenere le giuste distanze emotive e fisiche per non disturbare il naturale fluire delle emozioni.
Tra ironia e fragilità
Uno dei tratti distintivi di “Indietro così” è l’ironia sottile che permea tutto il racconto, anche nei momenti più delicati. Stefano Romani ha sottolineato come l’ironia e l’umorismo siano strumenti fondamentali nel lavoro di chi opera nel sociale, consentendo di creare relazioni intime senza cadere nel pietismo. Il suo modo di comunicare – delicato, sensibile e leggero – emerge come una delle forze del film, mostrato anche nei momenti di fragilità in cui l’attore si mette a nudo davanti alla telecamera.
La forza della naturalezza e della condivisione
Le difficoltà organizzative, come ambienti poco ottimali sotto il profilo tecnico, non hanno intaccato la spontaneità del lavoro. La naturalezza delle riprese è stata favorita dall’esperienza teatrale di Stefano e dalla buona sintonia con le persone del centro diurno. La produzione si è rivelata un’esperienza di amicizia e umorismo, valori al centro del progetto, che si riflettono anche nella reazione delle persone che hanno assistito al documentario.
Plot
Stefano è un operatore sociale che fa teatro integrato con disabili anche psichiatrici. Spesso è difficile andare avanti. E allora come si fa, ci si ferma? No. Basta andare indietro. Le prove con gli «attori» Elisabetta, Luigi, Alessandra e Daniele, si avvicendano ai laboratori dove Barbara, Cinzia, Daniele, Mario, Marco, Rosaria, Benedetta esplorano abissi dentro se stessi attraverso la pratica teatrale, portando le loro idee, i loro ricordi, l’autismo, le sindromi, la fantasia, le ansie, la gioia, la memoria, le psicosi, in un turbinio di arte e disabilità, andando indietro verso nuovi progressi, guidati da Stefano, che assorbe tutto e li stimola, li guida e li coinvolge, rivelandosi alla fine meno invulnerabile di quello che all'inizio poteva sembrare... Indietro così! è un racconto di emarginazione, di periferie fisiche e mentali, di luoghi oscuri fuori e dentro. Ma anche di creatività, resistenza e voglia di vivere.