Dopo che il suo “Volevo Nascondermi“ era stato presentato con successo all’edizione 2020 della Berlinale, Giorgio Diritti torna a concorrere in un festival internazionale, questa volta l’80esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con il film “Lubo“, il cui protagonista è l’attore tedesco amatissimo in Europa Franz Rogoswki.
Ispiratosi al romanzo Il seminatore di Mario Cavatore, Giorgio Diritti racconta la storia di un giovane Jenisch (Franz Rogoswki) che nella Svizzera del 1939, mentre era arruolato nell’esercito elvetico, si vide strappare via i tre figli piccoli per un programma di rieducazione nazionale per i bambini di strada.
Il film è il viaggio di un uomo, oltre la violenza, per ritrovare i figli e la possibilità di poter tornare ad amare e vivere. Giorgio Diritti puntualizza quanto il film e questa storia risuonino con l’oggi e l’incapacità di molti di comprendere che la diversità è preziosa per una società, è occasione di sviluppo.
Il film “Lubo“ , dice Giorgio Diritti, “racconta di uomini e ognuno, se vuole, può fare la propria parte per una convivenza solidale”.
Plot
Lubo è un nomade, un artista di strada che nel 1939 viene chiamato nell’esercito elvetico a difendere i confini nazionali dal rischio di un’invasione tedesca. Poco tempo dopo scopre che sua moglie è morta nel tentativo di impedire ai gendarmi di portare via i loro tre figli piccoli, che, in quanto Jenisch, sono stati strappati alla famiglia, secondo il programma di rieducazione nazionale per i bambini di strada (Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse). Lubo sa che non avrà più pace fino a quando non avrà ritrovato i suoi figli e ottenuto giustizia per la sua storia e per quella di tutti i diversi come lui.
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