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Mostra del Cinema di Venezia

“La Valle dei sorrisi”, intervista al regista Paolo Strippoli e gli attori Michele Riondino e Romana Maggiora Vergano

todaySeptember 10, 2025

Background
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Paolo Strippoli: "La valle dei sorrisi è un coming-of-age horror sull’amore che cura, ma a caro prezzo. Sull’importanza del dolore nelle nostre vite. E su chi ha il coraggio di non sorridere."

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    "La Valle dei sorrisi", intervista al regista Paolo Strippoli e gli attori Michele Riondino e Romana Maggiora Vergano Chiara Nicoletti

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La valle dei sorrisi di Paolo Strippoli è stato presentato Fuori Concorso alla 82ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e uscirà nelle sale il 17 settembre con Vision Distribution.

Prodotto da Domenico Procacci e Laura Paolucci per Fandango e da Ines Vasiljevic e di Stefano Sardo per Nightswim, il film vede protagonista Michele Riondino affiancato dal giovane Giulio Feltri, al suo debutto sullo schermo, Romana Maggiora Vergano, Paolo Pierobon, Sergio Romano, Anna Bellato, Sandra Toffolatti e Roberto Citran.

Un racconto che va oltre il genere horror

“La valle dei sorrisi”  riesce a combinare ,con maestria l’horror con una riflessione su temi universali come il dolore, la crescita e l’illusione di felicità. Si distingue come un esempio di questa rara commistione, offrendo allo spettatore non solo suspense e paura, ma anche un’immersione in un microcosmo simbolico che riflette le sfide della vita reale.

Il film nasce dal desiderio di Paolo Strippolidi esplorare l’horror non come semplice dispositivo di tensione, ma come spazio simbolico per raccontare la fragilità dell’identità e il bisogno disperato di appartenenza“.

La narrazione si sviluppa infatti come un coming of age doloroso, con personaggi alla ricerca di senso e di un modo per affrontare il dolore. La sceneggiatura ha lo scopo di mostrare un mondo che, pur apparendo felice e idilliaco, nasconde segreti e sofferenze che si celano dietro i sorrisi artefatti di “una comunità apparentemente idilliaca, dove il dolore è bandito e la serenità è una religione“, spiega Strippoli.

Il regista e sceneggiatore chiarisce che “c’era un’anima di ferro che ha legato tutto, come i pupazzi di vimini di The Wicker Man“, un elemento simbolico che identifica il cuore oscuro e persistente del film. La narrazione si svolge in un’ambientazione che funge da specchio del mondo reale, evidenziando come spesso gli individui cerchino scorciatoie per sfuggire alla sofferenza, rinnegando la capacità del dolore di renderci umani.

Temi e interpretazioni del film

Per superare il proprio dolore, bisogna avere coraggio e forza,” commenta Michele Riondino, sottolineando il messaggio centrale del film che utilizza l’elemento horror come veicolo per un’analisi più profonda della condizione umana, invitando lo spettatore a riflettere sulla propria realtà e sui meccanismi di difesa che adottiamo per non affrontare il dolore. È un “lecito” viaggio attraverso una piccola favola morale, ma anche una critica sottile alla società contemporanea, sempre più immersa nel mondo digitale e in una ricerca di approvazione sociale che spesso nasconde inquietudini e insicurezze.

L’ingresso nel genere horror come strumento di narrazione

Per Romana Maggiora Vergano, l’approccio al genere horror è stato una vera sfida. L’attrice rivela di essersi sentita inizialmente fuori luogo, ma la collaborazione con il regista ha permesso di utilizzare il linguaggio horror per raccontare un mondo reale e complesso. “Abbiamo voluto convincere lo spettatore che, sotto l’aspetto terrorifico, si cela una storia di dolore e riscatto,” commenta Maggiora Vergano.

Il ruolo di Michela e il significato del personaggio

Continua Romana Maggiora Vergano nell’illustrare il ruolo del suo personaggio, Michela, all’interno del film: “Michela si avvicina al burbero e respingente Sergio Rossetti ( Riondino) perché il suo dolore le risuona e quindi in qualche modo si prende carico, a responsabilità di aiutarlo, di redimerlo e così come Rossetti accompagna lo spettatore in questo viaggio, Michela accompagna Rossetti che accompagna lo spettatore, e lo inizia a questo rituale salvifico, in qualche modo”

Il messaggio finale che il film trasmette è quello di non temere mai di mostrare le proprie vulnerabilità. “Non bisogna avere paura di non sorridere a volte,” ricordano Strippoli, Romana Maggiora Vergano e Michele Riondino, invitando il pubblico a riflettere sull’importanza di affrontare il dolore senza scappare, attraverso una storia potente e profondamente umana.

 


Plot

Remis è un paesino nascosto in una valle isolata tra le montagne. I suoi abitanti sono tutti insolitamente felici. Sembra la destinazione perfetta per il nuovo insegnante di educazione fisica, Sergio Rossetti, tormentato da un passato misterioso. Grazie all’incontro con Michela, la giovane proprietaria della locanda del paese, il professore scopre che dietro questa apparente serenità, si cela un inquietante rituale: una notte a settimana, gli abitanti si radunano per abbracciare Matteo Corbin, un adolescente capace di assorbire il dolore degli altri. Il tentativo di Sergio di salvare il giovane risveglierà il lato più oscuro di colui che tutti chiamano l'angelo di Remis.

Written by: Chiara Nicoletti

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