Presentato in concorso nella sezione Onde Corte alla 23ª edizione di Alice nella Città, il cortometraggio “Ciao Varsavia” segna l’incontro artistico tra la regista Diletta Di Nicolantonio e Sara Serraiocco, rinomata attrice, e qui alla prima esperienza come produttrice. Un racconto delicato e introspettivo, che esplora il disagio interiore e il corpo femminile come spazio di conflitto e resistenza.
Una giovane donna in cerca di sé
La regista Diletta Di Nicolantonio descrive così la sua opera:
“Questo cortometraggio affronta le vicissitudini e le difficoltà di una giovane donna che cerca di trovare la sua strada e inserirsi in questa società. In un clima molto malinconico, abbiamo voluto raccontare anche un disordine alimentare all’interno del percorso della nostra protagonista.”
Nel film, Carlotta Gamba interpreta Diana, una ragazza che si muove in una Varsavia malinconica e sospesa, cercando di ritrovare la propria identità tra solitudine, fragilità e desiderio di riscatto.
Un’urgenza personale e politica
Alla base di “Ciao Varsavia” c’è un’urgenza autentica, che nasce da una riflessione personale e collettiva.
“È un po’ che ci pensavo – spiega Di Nicolantonio – e credo che sia il momento di parlare di quanto i social media abbiano un impatto negativo sui giovani. Anche se non li affrontiamo direttamente nel corto, il dolore della protagonista e la sua vulnerabilità mi ricordano quello che stanno affrontando tante ragazze, esposte alla mercificazione dei corpi e alla pressione sociale.”
La regista sceglie di raccontare questa sofferenza attraverso il silenzio e l’intimità, evitando i cliché e cercando uno sguardo più onesto e meno mediato.
Il sodalizio artistico con Sara Serraiocco
Per Sara Serraiocco, sostenere il progetto è stata una scelta naturale:
“Ho voluto sposare questo progetto perché credo che Diletta sia una ragazza molto sensibile; ha un senso dell’inquadratura e dei movimenti di macchina maturi per l’età che ha.”
Varsavia come luogo simbolico
Il titolo “Ciao Varsavia” porta con sé un’ambiguità poetica: è un addio o un nuovo inizio?
“Varsavia è un posto molto decadente e malinconico – spiega la regista – e anche se abbiamo effettivamente girato lì, era più un fatto simbolico: rappresentava quest’Europa fragile e decadente come la mia protagonista.”
Il corpo come campo di battaglia
Uno dei temi centrali di “Ciao Varsavia” è la rappresentazione del corpo femminile.
“Abbiamo voluto raccontare questa storia in modo molto più sottile e silenzioso, perché i disturbi alimentari sono molto silenziosi.”
La regista e la produttrice hanno scelto uno sguardo non voyeuristico, ma empatico e poetico.
Serraiocco sottolinea:
“La macchina da presa non ha uno sguardo voyeuristico, ma lo contestualizzano i frame che amplificano la dismorfia della ragazza.”
Un lavoro visivo sostenuto anche dal direttore della fotografia Matteo Cocco, che ha utilizzato lenti vintage e distorte per rappresentare il mondo fragile ed emotivo della protagonista.
Essere donne e modelli nel cinema
Nel finale, le due autrici riflettono sul ruolo delle donne nel cinema e sul bisogno di creare nuovi riferimenti per le generazioni future.
“Io, se posso dire, ho avuto la fortuna di incontrare sia Carlotta che Sara, che stimo tantissimo come donne. Questo mi ha dato una carica forte per affrontare anche questo tema.”
Di Nicolantonio conclude con un invito alla connessione reale:
“C’è speranza se ci allontaniamo un pochino dai social. Si costruisce un dialogo, si incontra, ritorniamo un po’ alla vita vera.”