A due anni di distanza dalla partecipazione al Festival di Cannes, alla Quinzaine des Cinéastes con un corto, “Il compleanno di Enrico“, il regista bellunese Francesco Sossai debutta al lungometraggio con “Le Città di Pianura“.
Presentato nel concorso di Un Certain Regard al 78esimo Festival di Cannes, il film è un road movie di pianura, appunto, che vede protagonista l’incontro fortuito tra due ex operai, spiantati cinquantenni e un timido studente d’architettura.
Con Sergio Romano e Pierpaolo Capovilla nei ruoli di Carlobianchi e Doriano, i due sempre in cerca dell’ultimo bicchiere e Filippo Scotti in quello di Giulio, “Le Città di Pianura” nasce da un’esperienza avuta dallo stesso Sossai dopo una grandissima sbronza presa a Venezia con un caro amico.
Sossai si fa ispirare dalla commedia all’italiana e da influenze scandinave alla Kaurismaki e anglosassoni alla Jarmusch per un film che, “ridendo e scherzando”, inquadra il momento che stiamo vivendo, tra generazioni perse e umanisti e paesaggi in via di estinzione.
Plot
Carlobianchi e Doriano, due spiantati cinquantenni, hanno un’ossessione: andare a bere l’ultimo bicchiere. Una notte, vagando in macchina da un bar all’altro, si imbattono per caso in Giulio, un timido studente di architettura: l’incontro con questi due improbabili mentori trasformerà profondamente Giulio nel suo modo di vedere il mondo e l’amore, e di immaginare il futuro.
Un road movie nella sterminata pianura veneta che viaggia alla velocità con cui si smaltisce una sbronza.