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"Orfeo", intervista al regista Virgilio Villoresi e agli attori Luca Vergoni e Giulia Maenza Giulia Bianconi
“Orfeo” è un viaggio tra mito, cinema sperimentale e immaginario onirico. Virgilio Villoresi è partito dalla graphic novel Poema a fumetti di Dino Buzzati per raccontare con poesia visiva e tecnica artigianale il mito di Orfeo e Euridice nella sua opera prima che sul grande schermo vede protagonisti Luca Vergoni e Giulia Maenza.
Il regista ha integrato nel film elementi diversi, come la storia d’amore tra i protagonisti, mantenendo un forte gioco di sguardi e silenzi, e richiamando il cinema hollywoodiano degli Anni ’60, tra Hitchcock e William D. Terle. La seconda parte del film si trasforma in un viaggio onirico, con riferimenti all’arte e al cinema sperimentale. La narrazione si divide in due anime: la prima, più concreta e legata alla storia di Luca e Giulia, e la seconda, un mondo di sogno e suggestione che invita lo spettatore a perdersi in un universo di immagini e simboli.
Il film si distingue anche per la sua realizzazione tecnica: tutti gli scenari, boschi e ville, sono stati ricostruiti in uno studio di circa 100 metri quadrati, senza l’uso di green screen. Ogni scena è stata pensata come un’opera d’arte manuale, con fondali bidimensionali e scenografie tridimensionali, creando un’atmosfera unica, fatta di tempi e ritmi propri.
“Orfeo” si colloca fuori dagli schemi del cinema italiano tradizionale. La produzione autonoma e indipendente, curata personalmente dal regista attraverso la sua casa di produzione Fantasmagoria, ha permesso una libertà creativa totale. Villoresi ha voluto mantenere un controllo completo sul processo di realizzazione, scegliendo di lavorare nel suo atelier, dove ha ricostruito tutte le scene a mano, evitando l’uso di tecnologie digitali o tecniche più commerciali.
Il regista ha evidenziato come questo processo artigianale sia una sfida e un atto di coraggio: “Bisogna essere audaci nel nostro cinema, anche oggi. La nostra è una strada di autonomia, fatta di tempi e spazi propri, lontana dalle logiche industriali”.
Fin da bambino, Orfeo immagina storie attorno a una villa abbandonata di fronte a casa sua. Pianista solitario e visionario, durante una serata al Polypus – il locale dove suona – incrocia lo sguardo di Eura. Tra loro nasce un amore assoluto, ma lei cela un segreto. Poi scompare. Una sera, Orfeo la vede entrare in una piccola porta su via Saterna, davanti alla villa. La segue. Prima della soglia incontra l’Uomo Verde, figura enigmatica che sembra conoscere i misteri di quel passaggio. Varcata la porta, Orfeo entra in un aldilà visionario, abitato da creature come le Melusine, il Mago dei Boschi e parate di scheletri. Nella villa incontra la Giacca, un diavolo custode che si impossessa del suo corpo per rivivere, attraverso la musica, memorie perdute. Poi gli rivela dov’è Eura: alla stazione, in partenza su un treno appoggiato al suo pianoforte. Solo una porta sul leggio – che si aprirà alle ore 12 – può condurla indietro. Orfeo arriva in tempo per salutarla. Al risveglio, trova l’anello di lei tra le dita. Torna al pianoforte e suona per lei, sapendo che vivrà nei suoi ricordi, nei suoi sogni, nelle sue note.
Written by: Giulia Bianconi
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Virgilio VilloresiFilm
OrfeoFestival
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