Presentato alla 23° edizione di Alice nella Città, “Rip” segna l’esordio al lungometraggio per la coppia di registi Alessandro D’Ambrosi e Santa De Santis.
Approcciare il cinema di genere
“Rip” si approccia al genere delle storie di fantasmi, combinando elementi surreali e onirici. La sua aspirazione è quella del cinema degli anni ’80 e ’90, di registi come Ivan Reitman, Spielberg e Tim Burton. I registi descrivono “Rip” come una fiaba per adulti, in cui il mondo soprannaturale è meno spaventoso e più umano, affermando di offrire una svolta unica ai tradizionali film di fantasmi.
I temi del film
Il film affronta il rapporto tra passato e presente, con fantasmi provenienti da epoche diverse che interagiscono con il mondo moderno grazie al protagonista. I registi osservano come questi spiriti si sorprendano di una società sempre più distratta, dove si attraversano le cose senza lasciarvi traccia, riflettendo sui mutamenti sociali e sul valore della vita di ogni epoca. “Rip” si propone anche come un inno a vivere il presente, un invito a cogliere l’attimo.
Dal corto al lungometraggio
Gli autori, già noti per cortometraggi premiati come “Nostos” e “Buffet,” sottolineano come il passaggio al film lungo sia stato una continuazione naturale del loro metodo di lavoro, caratterizzato da una pianificazione meticolosa e storyboard dettagliati. La collaborazione stretta tra i registi ha facilitato la creazione di un film che, pur lungo, si è sentito come un grande cortometraggio condiviso.
Plot
L’esistenza di Leonardo, solitario e cinico autore di necrologi disilluso dalla vita, è sconvolta dallo straordinario e avventuroso incontro con un eccentrico gruppo di fantasmi, sorprendentemente vitali. Tra questi lo spettro di suo padre, che riappare a Leonardo giovane, estroverso e senza nessuna memoria della sua vita da genitore assente e anaffettivo. Leonardo scoprirà il segreto della felicità, vincendo la paura di vivere. RIP è una commedia che affronta il tema della morte, del coraggio di vivere pienamente tutto ciò che ci attende, tanto la gioia quanto il dolore, e dell’amore, che oltrepassa i confini del tempo e la finitezza della vita umana.