Durante la 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, uno degli interventi più significativi della sezione restauri ha riguardato il film “Roma Ore 11“, opera del 1952 di Giuseppe De Santis considerata un capolavoro del neorealismo italiano. Promosso da Titanus in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, il progetto mira a riportare alla luce questa pellicola fondamentale, celebrando il suo altissimo valore artistico e storico. Per FRED abbiamo parlato proprio con Massimo Veneziano, amministratore delegato di Titanus, che ha raccontato questa delicata operazione di recupero, ma anche il significato simbolico ed effettivo delle opere di restauro nella valorizzazione del patrimonio filmico italiano.
L’intervista
Durante la nostra intervista, l’amministratore delegato di Titanus Massimo Veneziano ci ha raccontato come il restauro di “Roma ore 11” si inscriva perfettamente nelle strategie di Titanus che puntano anche a celebrare anniversari e ricorrenze, offrendo al pubblico, anche giovane, l’opportunità di conoscere e apprezzare il patrimonio cinematografico italiano. Oltre al recupero di capolavori storici, però, Titanus si dedica anche alla creazione di prodotti originali e a rivisitazioni di IP del passato attraverso le sue branche Titanus Legacy e Titanus Originals. Recentemente, il gruppo ha sviluppato una serie su “Piedone“, terreno di conquista per una nuova generazione di spettatori. Inoltre, è in fase di pre-produzione un film che vede protagonista un personaggio contemporaneo del mondo della musica, con riprese previste a partire da metà ottobre. Questo progetto, ancora sotto il velo del riserbo, conferma, insieme alla volontà di attualizzare e promuovere capolavori come “Roma ore 11“, come Titanus voglia continuare a innovare senza perdere il collegamento con le proprie radici storiche. Tra importanza della conservazione e trasmissione della memoria.
Plot
Richiamate da un annuncio in cui si offre un posto da dattilografa, alcune centinaia di ragazze accorrono da tutta Roma alla sede della ditta. L’attesa sulla scala del palazzo dura diverse ore e a un certo punto una delle giovani tenta di passare davanti alle altre con uno stratagemma. Questo provoca nel gruppo una violenta agitazione e la scala crolla. Molte riportano contusioni, alcune sono ferite leggermente, altre gravemente, mentre una, malgrado il pronto intervento chirurgico, muore.
L’incidente ha conseguenze diverse: alcune giovani riprendono semplicemente la vita di prima; la ragazza borghese che voleva rendersi indipendente per seguire il fidanzato trova la forza di lasciare la famiglia; la domestica maltrattata ritorna al suo paese; una di loro, incinta, non può più nascondere la sua condizione; la fanciulla che ha provocato la lite viene chiamata al commissariato, ma evidentemente non è lei la responsabile.