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"Siamo tutti in conflitto tra ciò che siamo e le maschere che siamo costretti a indossare"
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“Conversation with” at the 20th Marrakech IFF, interview with actor Willem Dafoe Bénédicte Prot
“Sciatunostro”, intervista al regista Leandro Picarella Manuela Santacatterina
Alla 20ª edizione della Festa del Cinema, FRED Film Radio ha intervistato il regista Leandro Picarella per parlare di “Sciatunostro”, film presentato in Concorso.
“Sciatunostro” racconta la storia di una piccola isola nel cuore del Mediterraneo dove Ettore e Giovannino, amici di undici e sette anni, si preparano a vivere l’ultima estate insieme. Ettore, costretto a trasferirsi sulla terraferma per proseguire gli studi, lascia sull’isola un vuoto che Giovannino dovrà colmare. Attraverso l’archivio e la videocamera di Pino, un anziano video amatore, il tempo si fa memoria condivisa, e il soffio dell’isola – sciatu – diventa il respiro di un’intera comunità. “È un viaggio lungo una vita intera attraverso un’estate di due amici inseparabili che, a un certo punto, sono costretti a separarsi”, spiega Leandro Picarella. “Ma da lì nasce qualcosa di ancora più grande. É un omaggio all’estate della vita e al cinema”.
In “Sciatunostro” c’è una riflessione sul tempo, quello che passa, quello che si ripete, quello che si fa a memoria. Leandro Picarella ha lavorato per far sì che questi tre tempi vengano a galla e si parlino tra di loro. “Ho cercato il più possibile di vivere questo film come un’esperienza di vita, come qualcosa che non sarebbe più tornata nemmeno per me. Quindi non come un lavoro da fare, ma come un’esperienza da vivere”, racconta il regista. “Poi, immergendomi totalmente nel materiale d’archivio di Pino Sorrentino, anche con il mio aiuto-regia Castrense Scaturro e con la montatrice Chiara Dainese, abbiamo cercato di raccontare qualcosa che ogni essere umano ha vissuto in luoghi e tempi diversi”.
Nel documentario Leandro Picarella ci mostra un mondo distante da quello frenetico in cui siamo immersi quotidianamente. Dovremmo prendere esempio dal respiro lento dell’isola di Linosa? “L’intento è quello di ricordarci che viviamo vite frenetiche, siamo competitivi, puntiamo ad arrivare prima degli altri in ogni cosa e ci dimentichiamo un po’ quella che è la nostra esperienza su questa vita terrena. La possibilità, cioè, di sperimentare la vita in quanto tale. Certi luoghi te lo permettono”, afferma il regista. “Ma credo sia anche possibile vivere questa dimensione dello spirito in modo più consapevole. Viviamo un tempo che forse ci appartiene e non ci appartiene. Ci appartiene perché è il nostro tempo, la nostra vita, il nostro respiro, facendo parte di questa categoria umana. Ma, allo stesso tempo, probabilmente viviamo delle vite estreme e siamo distratti da troppe cose per cui ci dimentichiamo chi siamo. L’intento di questo film è quello di ricordarci, attraverso questa esperienza di questi ragazzi e delle immagini d’archivio, che forse siamo anche altro. E che forse questo altro appartiene a una civiltà che abbiamo dimenticato, che è quella mediterranea, che ci appartiene a tutti”.
In una piccola isola nel cuore del Mediterraneo, Ettore e Giovannino, due amici inseparabili di undici e sette anni, si preparano a vivere l'ultima estate insieme. Ettore, costretto a trasferirsi sulla terraferma per proseguire gli studi, lascia sull'isola un vuoto che Giovannino dovrà colmare. Attraverso l’archivio e la videocamera di Pino, un anziano video amatore, il tempo si fa memoria condivisa, e il soffio dell’isola – sciatu – diventa il respiro di un’intera comunità.
Written by: Manuela Santacatterina
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