La 23esima edizione di Alice nella Città segna il ritorno alla regia di un lungometraggio di Matteo Oleotto con “Ultimo schiaffo”, dopo il suo ottimo esordio, alla Settimana della Critica di Venezia, “Zoran – il mio nipote scemo”, nel 2013.
Rimane nel territorio della commedia, questa volta però nera, malinconica e (quasi) natalizia, Oleotto che questa volta segue il Natale, tutt’altro che “classico” dei fratelli Petra e Jure, interpretati dai giovanissimi Adalgisa Manfrida e Massimiliano Motta.
Di “Ultimo Schiaffo” scrive Oleotto: “è la storia di un gruppo di perdenti che tentano, ogni giorno, di restare a galla, cercando di vincere il proprio senso di inadeguatezza: vorrebbero tutti qualcosa in più dalla vita, sì, ma nessuno sembra avere la forza necessaria per riuscirci. O, almeno, per crederci a sufficienza..”.
Per raccontarli e raccontare la ricerca di felicità, di accoglienza, di famiglia, Oleotto costruisce il film di tante scene cariche di tenerezza, compassione, senso di impotenza e tentativo di riscatto. Il Natale, a fare da sfondo, porta con sé un bagaglio emotivo non indifferente e un aggiuntivo e difficile da gestire carico emotivo per i protagonisti di Ultimo schiaffo.
Girato in Friuli nel villaggio minerario di Cave nel Predil, grazie alla Friuli Venezia Giulia Film Commission – PromoTurismoFVG e al Fondo per l’Audiovisivo del FVG, Ultimo schiaffo gioca con i riferimenti del grottesco e della black comedy tipica di un Fargo dei Coen ma ci aggiunge uno sguardo sul mondo, malinconico e tutto italiano, friulano.
Il film, distribuito da Tucker Film, arriverà nelle sale ad inizio 2026.
Plot
C’è il Natale che tutti conosciamo, quello rassicurante, quello con il presepio, le
lucine, l’abete, e poi c’è il Natale di Petra e Jure, decisamente lontano da ogni
possibile forma di tepore (sentimentale, spirituale, meteorologico). I due fratelli
vivono sottozero, ci sono abituati, ma la gelida temperatura del paesello e dei suoi
pochi abitanti comincia a essere un problema: esiste una via di fuga per gente come
loro? Esiste un’ipotesi di futuro per una coppia di giovani e scalcagnati tuttofare di
montagna? Soldi. Servono soldi. E la provvidenziale scomparsa del cane Marlowe,
con relativa garanzia di “lauta ricompensa”, pare promettere meglio dei tanti
espedienti quotidiani. Leciti e meno leciti... Dopo Zoran, il mio nipote scemo, Matteo
Oleotto continua a misurarsi con i colori placidi e bizzarri della provincia e costruisce
un racconto bianco come la neve e nero come i fattacci di cronaca: Ultimo schiaffo.
Una partitura (quasi) natalizia dove abitano commedia e tragedia e dove ogni
singolo personaggio diventa parte di un rovinoso effetto domino.