“La moto”, intervista al regista Matteo Giampetruzzi
"La moto", diretto da Matteo Giampetruzzi: un cortometraggio che esplora desiderio, violenza e identità
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“100 Nights of Hero”, intervista alla regista Julia Jackman Manuela Santacatterina
All’82ª Mostra del Cinema di Venezia, FRED Film Radio ha intervistato la regista Julia Jackman per parlare di “100 Nights of Hero”, film di chiusura della Settimana della Critica.
“100 Nights of Hero” è l’adattamento cinematografico dell’omonima graphic novel di Isabel Greenberg. Il risultato è un film visivamente meraviglioso, estremamente attento ai dettagli della messa in scena e ai costumi. “Sono una fan enorme della graphic novel che mi ha ispirato per l’uso della luce, tra candele e ombre”, ammette Julia Jackman. “C’era tanto blu, bianco, nero e un po’ di rosso, tutti colori forti. Invece, quando ho immaginato il mondo del film, pensavo a maggiori sfumature. Ho preso ispirazione da pellicole come Orlando e Povere Creature! e a dai titoli degli anni 90 che mostrano un mondo più tattile”.
In “100 Nights of Hero”, la regista ci ricorda l’importanza delle storie. Di scriverle, raccontarle, tramandarle. Quando è stato importante per Julia Jackman realizzare un film ambientato in un mondo apparentemente irreale, ma che ha un legame profondo con l’attualità parlando dell’importanza del femminile di rivendicare la propria voce? “È stato interessante perché sulla superficie il mondo che racconto è assurdo”, spiega la regista. “E questa assurdità mi ha dato molta libertà nell’esplorare le cose che sono molto presenti nell’oggi. Tutti nel film giocano un ruolo molto fisso, dal ricco alla guardia. Con quell’assurdità un po’ comica introdurre temi un po’ più scuri in un contesto iperteatrale”.
“100 Nights of Hero” è un film audace e coraggioso. Ma potrebbe esserci chi, nel vederlo, faticherà ad entrane nel mondo che racconta. “Credo molto nello sfidare me stessa, perché non voglio solo incontrare persone con cui sono d’accordo”, confessa Julia Jackman. “Uno dei motivi per cui l’ho scritto è perché quando ne parlavo con le persone tante volte sentivo dire: ‘Ma che cos’è?’. C’erano tanti dubbi su chi sarebbe stato interessato al film. Ho dovuto trovare e ritrovare l’abilità di credere in questo racconto e in me stessa. Ho sentito sin dall’inizio che non sarebbe stato capito facilmente da tutti. Ma l’ho mostrato a delle persone e sono stata soprattutto commossa dal fatto che tante persone da background diversi erano colpiti”.
Darkly End è un mondo parallelo governato dal dispotico Birdman. Cherry è infelicemente sposata con Jerome, che non sembra avere alcun interesse per lei e, considerando il loro ‘dovere’ coniugale di generare un erede, la cosa è alquanto preoccupante. L’unico punto di luce nella vita di Cherry è Hero, la sua cameriera. Ma Hero fa parte di una società segreta votata a rintracciare le storie di tutte le donne che si sono ribellate – andando così incontro a una triste sorte – e a mantenere vivo il ricordo del loro sacrificio. Poiché in questo luogo la morte, per le donne, non è mai lontana. Così, quando Jerome parte per un misterioso “viaggio d’affari” e lascia Cherry in balia dell’affascinante amico Manfred, Hero ha un brutto presentimento. Presto Manfred si stabilisce in casa e Cherry si trova divisa tra l’unico uomo che l’abbia mai ascoltata e la cameriera per cui sta iniziando a provare sentimenti proibiti. Se tutte le donne ribelli vanno incontro alla morte, riusciranno Cherry e Hero a sfuggire all’ingiusto destino?
Written by: Manuela Santacatterina
Guest
Julia JackmanFilm
100 Nights of HeroFestival
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