Sara Petraglia: “il periodo più disperato della tua vita a volte può coincidere con il periodo più felice”
In concorso Progressive Cinema alla 19° Festa del Cinema di Roma, Sara Petraglia presenta la sua opera prima, “L’Albero”.
ConTecla Insolia eCarlotta Gamba nel ruolo di due amiche che ci condividono tutto, amicizia, casa, dipendenza dalle droghe e vita intensa da vivere, “L’Albero” è il modo in cui ha elaborato, cinematograficamente, “un vissuto denso, traumatico, ma anche felice”.
Un racconto autobiografico, per certi versi, in cui la regista cerca di reinventare la propria storia di vita ma al tempo stesso, celebrarla.
Come ha parlato questa storia cosi personale ma così universale, alle sue interpreti? “L’Albero” ha lasciato il segno ed un segno in Tecla Insolia e Carlotta Gamba e la naturalezza del loro rapporto, la complicità, ne è prova inconfutabile.
“L’Albero”, prodotto da Angelo Barbagallo per Bibi Film, sarà distribuito in sala da Fandango il 20 Marzo 2025.
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“L’Albero”, intervista alla regista Sara Petraglia e le attrici Carlotta Gamba e Tecla InsoliaChiara Nicoletti
Bianca ha 23 anni e le sembrano già troppi. Se n’è andata da casa dei suoi, dovrebbe fare l’università, ma non ci va mai. Ha poche, precise ossessioni: il tempo che passa, la cocaina, e Angelica. Da quando vivono insieme, tutto corre più veloce, precipita. Anche la loro amicizia, che inciampa nella dipendenza e si confonde con l’amore.
Bianca ha un quaderno, ci scrive sopra appunti per i suoi libri, ma vorrebbe scriverci tutto: che la giovinezza è dolorosa e sta già finendo. Che l’amicizia spezza il cuore. Che perdiamo tutto continuamente, e però alla fine, forse – tra le strade notturne di Roma, i ragazzi di Napoli, e l’albero che si intravede muto dalla finestra di casa -nessuna cosa andrà perduta.
I tre attori sono i protagonisti della seconda stagione della serie scritta e diretta da Giuseppe S. Stasi e Giancarlo Fontana, disponibile su Prime Video dal 5 dicembre.
"Il film è il tentativo di seguire una persona normale, anzi intelligente, sensibile - proprio per creare un’identificazione - che si ritrova a fare i conti con il desiderio della violenza”.
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