Il regista napoletano Alessandro Rak torna a Venezia, in Orizzonti Fuori concorso all’82esima edizione, per presentare “Rukeli“, cortometraggio d’animazione che racconta la storia vera del pugile sinto tedesco che prese a pugni il nazismo, Johann Wilhelm Trollmann, morto nel campo di concentramento di Wittenberge, e divenuto il simbolo di tutte le storie di oppressione e di riscatto.
Prodotto da AntropicA, “Rukeli” è una co-produzione Sideways Studios, Film i Väst in associazione con Mad Entertainment, in collaborazione con Rai Cinema, realizzata con il supporto di Film Commission Regione Campania.
Nato da una idea dell’associazione chi rom e…chi no, scritto da Biagio Di Bennardo e Emma Ferulano, il corto fa parte del progetto europeo Tracer, Transformative Roma Art and Culture for European Remembrance, con capofila il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, volto a riscoprire la memoria del genocidio di rom e sinti durante il nazismo e nasce da un’idea sviluppata a Scampia, periferia nord di Napoli, attraverso i laboratori dell’associazione chi rom e… chi no, con il coinvolgimento attivo di un gruppo di ragazzi rom e napoletani.
Storia di un simbolo di resistenza
Il protagonista,”Rukeli“, fu campione di Germania di pugilato, ma il suo titolo gli fu revocato a causa delle persecuzioni razziali e etniche legate al totalitarismo nazista. La scelta di raccontare questa storia nasce dall’idea di utilizzare il cinema come strumento di memoria e insegnamento, attraverso un cortometraggio di circa 5 minuti realizzato in un laboratorio sociale con giovani di etnia Sinti e Rom di Scampia, Napoli. L’obiettivo era creare un elaborato che, oltre a sensibilizzare sulle ingiustizie storiche, coinvolgesse i giovani nella narrazione condivisa.
Il processo creativo e la sintesi efficace
Rak sottolinea come il lavoro si sia concentrato su un approccio di sintesi e immediatezza, puntando a comunicare in modo efficace e diretto. “Il passato si ripresenta in molte forme, e questa storia ci invita a riflettere anche sul presente“, commenta, evidenziando come si possa usare l’animazione e lo storytelling visivo per rendere più accessibili e coinvolgenti temi complessi come la persecuzione e la resistenza.
Per la realizzazione del corto, sono state coinvolte i giovani partecipanti al progetto nel cercare immagini che risuonassero con le parole della narrazione, attraverso disegni, fotografie e persino intelligenza artificiale. Questa fase ha permesso di creare un’immagine potente e evocativa, sufficiente a sintetizzare la vicenda di Rukeli in pochi minuti, ma con un impatto emotivo notevole.
Immagini che raccontano la sofferenza e la forza
Il corto si distingue per le sue sequenze incisive, come quella in cui Rukeli si vede nei campi di concentramento, con il suo corpo ridotto a soli 40 chili. La lavorazione brillante e la gestione del ritmo narrativo rendono il film immediatamente efficace, contribuendo a mantenere viva la memoria di questa ingiustizia storica. La capacità di comunicare un messaggio forte in breve tempo è stata uno degli aspetti più apprezzati, sottolineando l’importanza di un cinema che sa parlare al cuore e alla mente degli spettatori.
Il ruolo dell’arte nel dialogo sociale e politico
Il regista sottolinea come il cinema e l’arte siano strumenti fondamentali per interpretare e discutere la realtà sociale, soprattutto in un momento in cui l’arte rischia di essere confinata in categorie politiche troppo rigide. “L’arte è dinamica, raccoglie le diversità e arricchisce il dibattito pubblico”, afferma, sottolineando che le minoranze e le periferie culturali trovano nel cinema un mezzo potente di espressione e di costruzione di identità.
La responsabilità sociale e politica degli artisti
Nel contesto attuale, la responsabilità di un artista nel portare avanti tematiche politiche e sociali è più che mai centrale. Rak ribadisce che l’arte non deve essere distaccata dalla realtà, ma piuttosto un modo per stimolare il dialogo, alimentare la consapevolezza e promuovere il cambiamento. “Lasciar fare ai politici e alle istituzioni è importante, ma ci sono spazi in cui l’arte può e deve intervenire come portatrice di verità”, conclude, evidenziando l’importanza di un cinema che si impegna a raccontare e a non tacere.
Rukeli e la distribuzione dopo Venezia
Il cortometraggio“Rukeli“è stato selezionato nella sezione Orizzonti alla 82ª Mostra del Cinema di Venezia e, grazie a un accordo con la Rai, potrà essere visto anche in televisione, contribuendo a diffondere un messaggio di memoria e diritto alla diversità. La partecipazione al Festival rappresenta forse l’inizio di un percorso più ampio, volto a mantenere vivo il ricordo e l’importanza di questi episodi storici attraverso l’arte visiva.
Plot
Johann Wilhelm Trollmann diventa campione dei pesi medi nella Germania nazista. È il primo pugile rom al mondo a vincere il titolo. È famoso per il suo stile di combattimento danzato. Con l’emanazione delle leggi razziali, viene imprigionato nei campi di concentramento di Wittenberge e Neuengamme, dove morirà all’età di 37 anni. Decide di morire da campione e combatte contro un kapò nazista che lo sfida. Lo zingaro Rukeli (che vuol dire albero), mette KO il nazista e l’intero apparato di potere.